FIRENZE – E’ morto ieri a Firenze Giuseppe Chiari, uno dei maggiori musicisti-artisti contemporanei, tra i più celebrati esponenti del gruppo internazionale Fluxus. Fiorentino, classe 1926, aveva dunque 81 anni e nei decenni Cinquanta – Sessanta fu con Sylvano Bussotti in Italia e John Cage negli Stati Uniti uno dei protagonisti della grande affermazione delle avanguardie storiche di un’arte di ricerca, definitivamente lontana dall’arte di tradizione.
Per le sue ricerche Chiari utilizzava la partitura musicale non solo come base per eseguire un brano sonoro, ma anche come pittura da guardare, nella quale le note e la raffigurazione dei gesti per eseguirle, diventano elementi visuali di una composizione grafico -pittorica. Diceva di sé: “Nella mia opera il senso non è solo nelle frasi che scrivo, ma soprattutto nella china che uso, nella calligrafia del momento, nel rapporto con le opere artistiche; tutto è indiretto”.
Aveva studiato matematica insieme a pianoforte e composizione. Voleva diventare pianista di jazz, ma era profondamente attratto anche da cinema, arti visive, architettura, letteratura. Interessi che avrebbero favorito lo sviluppo di un’attitudine culturale poliedrica sufficiente a non consentire, nell’ambiente culturale fiorentino, una sua immediata identificazione artistica.
L’inizio dell’attività musicale risale al 1947, quella di compositore al 1950. Nel '61 con Pietro Grossi fonda l'associazione Vita Musicale Contemporanea. Con Bussotti coordina invece la mostra itinerante Musica e Segno. Dal 1962 entra in Fluxus, il gruppo lanciato in America da George Maciunas e impostato su comportamenti alternativi e continui sconfinamenti della specialità dei linguaggi.
Nel '63 il suo lavoro Teatrino trionfa a New York nel quadro di una serie di concerti organizzati da Charlotte Moorman e Nam June Paik. Con Luciano Ori, Eurgenio Piccini e Lamberti Pienotti e Lucia marcucci partecipa in seguito al Gruppo 70, poesia visiva, per la parte musicale. Pubblica il libro fondamentale Musica senza contrappunto nel '69 e Senza Titolo nel '71.
Nel 1970 smette però di comporre e inizia una intensa attività di concerti, performance, conferenze che lo portano, fra l'altro, a Berlino, Londra, Parigi, Vienna, Milano, Venezia, Roma, New York. Per la sua attività di artista visivo si afferma come artista Fluxus fra i più importanti in campo internazionale.