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Dibattito sul piano strutturale

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AREZZO – Stefano Baldi (Fi)
Tutti i più importanti nodi del Piano sono stati disattesi. Dietro lo scudo dell’etica amministrativa, questa amministrazione nasconde la sua paura di governare. Giunta e maggioranza non vogliono sentire gli appelli della società aretina. Si è aperta una frattura inusabile tra la città e la maggioranza di Governo. Le scelte dell’amministrazione Fanfani sono tutte autoreferenziali. Sono state negate ad Arezzo quelle infrastrutture che avrebbero proiettato Arezzo nel futuro.

Luigi Lucherini (Fi)
Le affermazioni del Sindaco Fanfani non mi ricadono sulle spalle. Non mi posso sentire tirare le orecchie come uno ‘scolaretto’. Prego quindi il Sindaco di attribuire le responsabilità a chi le ha veramente.

Paolo Enrico Ammirati (An)
Nulla di personale nei confronti del Sindaco. Il nostro ragionamento sul Piano strutturale era e resta politico. Mi ricordo quando la città finiva in via Giotto ed al campo scuola ed Arezzo era una piccola realtà. Il desiderio di ogni aretino è quello di vederla crescere. Negli anni della sinistra e del centro sinistra erano in pochi a decidere. L’Amministrazione di centro destra ha avuto invece il merito di voler cambiare passo e modo di amministrare per consentire la crescita della città.
Il centro sinistra ha basato la sua campagna elettorale sulle scelte urbanistiche ed allora, per coerenza, non avrebbe avuto alternativa alla messa a punto di un nuovo Piano strutturale con l’accantonamento di quello precedentemente elaborato.
Con l’eliminazione di Sitorni e Stroppiello, sono venuti meno i cardini del Piano strutturale. Sono stati cancellati 300.000 metri cubi. Il Piano non è più quello. Il centro sinistra, eliminando alcune fondamentali infrastrutture, sta “spegnendo” Arezzo. Non si può negare la previsione di un’area per l’aeroporto: questa è miopia amministrativa e politica. Come non si può non pensare alla metropolitana. E questo mentre Arezzo sta diventando di serie B anche per sanità ed università.

Raffaello Giorgetti (Fi)
Questa amministrazione ha forti divergenze interne che le impediscono di decidere: è miope e retrograda.
Avevo proposto, con un’osservazione che non è stata accolta, un’area cimiteriale multietnica. L’ho presentata volutamente in ritardo per evidenziare le contraddizioni nel centro sinistra.
Sedare e sopire è il motivo conduttore di questa Giunta che in un anno non ha saputo fare nulla se non aumentare le tasse.
Lo stravolgimento del Piano strutturale, compiuto dal centro sinistra, porterà la città alla morte. Questo Piano è un aborto del quale la maggioranza si assume tutte le responsabilità.

Mario Bruni (Ds)
Mi chiedo se Ammirati ha mai pensato di porre mano al Piano strutturale quando era in Giunta. Come può parlare di coerenza quando da una parte non esaminava le osservazioni e dall’altra mandava avanti un numero rilevantissimo di varianti? C’era assoluta incoerenza tra la formale esistenza di un Piano e la concreta azione che si limitava alla varianti.
Lo sviluppo della città è assicurato da questo Piano strutturale che contiene elementi possibili, concreti e compatibili. L’aeroporto non è escluso per ragioni pregiudiziali: siamo disponibili e discuterne ma solo in presenza di studi seri.

Francesco Francini (Udc)
Il piano strutturale portato oggi in Consiglio è un ladrocinio del futuro della città. La sinistra non ha fatto sviluppare Arezzo. Oggi siamo tornati a piccole cose ed a piccoli progetti. Arezzo e la sua imprenditoria hanno bisogno delle risposte dell’Amministrazione. Le “non risposte” stanno mandando in cancrena il ‘sistema Arezzo’. La sinistra è il “non sviluppo”.
Il documento oggi in discussione è il ‘Piano strutturale del no’ perché non contiene alcuna proposta di sviluppo. Sarebbe stato meglio ripartire da una ‘tabula rasa’ che purtroppo non è stata fatta.

Alessandro Ghinelli (An)
Calthorpe aveva dato una lettura eccezionale di Arezzo ed aveva aperto lo “scrigno” per portare Arezzo nel terzo millennio. Aveva riconosciuto lo sviluppo di Arezzo nelle comunicazioni, incentrandolo proprio sulle vie di comunicazione. Non a caso aveva individuato quindi nuove realizzazioni lungo gli assi di Stroppiello e Sitorni. Oggi queste previsioni sono state stralciate mentre costituivano il nucleo dell’analisi anche numerica di Calthorpe. E i metri cubi previsti in queste aree non sono stati collocati altrove, facendo mancare l’equilibrio al Piano.
Il centro sinistra intende chiudere quello scrigno che Calthorpe aveva aperto. Dell’aeroporto è stato tolto tutto: gli spazi e la possibilità futura di questa infrastruttura.

Luigi Lucherini (Fi)
Il Piano in discussione oggi non è più quello di Calthorpe che era innovativo e moderno, che si preoccupava di dare una continuità economica alla città. Il documento di oggi è incoerente. Il Piano originario conteneva aeroporto, metropolitana, polo espositivo: elementi che sono stati eliminati. L’aeroporto non è un elemento di nicchia ma è una richiesta anche delle categorie economiche.
L’incongruenza più grande del centro sinistra è limitare le capacità ricettive ed alberghiere di Arezzo: non si può parlare di 30 posti letto per 1.000 abitanti. Non ci si può limitare a 1.500 camere: siamo di gran lunga al di sotto delle previsioni di sviluppo delle altre città toscane.
Questo Piano produrrà un danno alla città del quale il centro sinistra sarà chiamato a rispondere.
Il progetto della metropolitana era connesso alla messa in sicurezza idraulica della città ed oggi la maggioranza accetta la necessità del ‘deviatore idraulico’. Ma come verranno utilizzati i 1.800 metri di tubazioni che rimarranno utilizzati?
In questo Piano, Forza Italia non riconosce più alcuna delle sue idee e delle sue proposte. Il centro sinistra se ne assume l’integrale responsabilità.

Roberto Barone (Ds)
Il Piano strutturale contiene un buon proposito: uno studio serio per valutare la sua fattibilità. La pista dell’attuale aeroporto è stata asfaltata. Ho quindi proposto un emendamento con il quale ho chiesto che non ci sia nemmeno il prolungamento dell’attuale struttura aeroportuale che risulta ormai non ai margini della città ma nell’ambito urbano. Su questo emendamento si è espresso negativamente il consigliere Ghinelli (An).

Guglielmo Borri (Udc)
Il lavoro della Cat è stato un iter demolitivo. Emerge, nel centro sinistra, una miopia eccezionale. In Europa i governi di questo orientamento, proiettano i loro paesi nel futuro, senza paura di costruire qualcosa di nuovo. Ad Arezzo e in Italia il centro sinistra si caratterizza, invece, per un estremo conservatorismo. Questa sinistra ha paura delle infrastrutture. Ha paura della metropolitana, dell’aeroporto che ovunque costituirebbe un volano di sviluppo.
Questo non è il piano di Calthorpe. Qual è l’orizzonte della città nei prossimi anni? Questo documento è contro gli interessi di Arezzo.

Gianni Cantaloni (Fi)
Avverto un silenzio strano da parte dei consiglieri della maggioranza, un disagio sull’accordo tacito ma non pienamente condiviso da tutti i membri della maggioranza. C’è qualcosa che non torna nel comportamento della maggioranza e non c’è alcuna passione.
Il centro sinistra ha deciso su qualcosa che non ha più una fisionomia precisa e che certamente non è il progetto di Calthorpe. Ci avviamo verso una soluzione posticcia che non avrà respiro. Ho l’impressione che in questa scelta il Sindaco sia solo ed isolato.
Oggi non ci sono più comitati e monetine contro la maggioranza ed il governo di centro destra. I problemi sono rimasti ed è quindi evidente che le polemiche di allora erano puramente strumentali. Noi eravamo costruttivi e vicini alla gente.

Luciano Ralli (Margherita)
Il Sindaco non è solo in questa scelta ma ha il sostegno della maggioranza. Non procedere sulla strada di un nuovo Piano strutturale è stato un atto di responsabilità dinanzi al blocco dell’esame delle osservazioni, messo in atto per due anni dal centro destra.
Questo, però, non può essere il nostro Piano strutturale: in campagna strutturale avevamo parlato della necessità di un progetto diverso. Oggi approviamo un documento le cui scelte di base sono state fatte dall’attuale minoranza. Alcune di queste scelte sono state però stravolte.
Nella futura fase del Regolamento Urbanistico, sarà necessaria una maggiore collegialità per definire un progetto diverso di città che sia proprio dell’Amministrazione Fanfani. Dobbiamo essere convinti della necessità di un progetto realmente alternativo per dare un’opportunità di sviluppo alla città.

Marco Bianchi (Prc)
Il centro destra aveva la possibilità, anche temporale, di realizzare il piano di Calthorpe e di aprire lo “scrigno” di cui si parlava allora ed anche oggi. Nella nostra campagna elettorale abbiamo criticato la politica urbanistica dell’amministrazione Lucherini che era basata sulle varianti e cioè sulle eccezioni. Abbiamo criticato quel Piano strutturale e lo abbiamo modificato in tempi rapidi. Se avessimo buttato via tutto, avremmo creato un vuoto ed un ‘vulnus’ pericoloso.
Oggi il frutto del nostro lavoro rende più coerente il Piano alle sue linee guida. Abbiamo idee diverse dello sviluppo ma non siamo certo contrari ad esso. Puntiamo sulla qualità e non solo sulla quantità, basandoci sulla partecipazione.
Quello che andiamo ad approvare oggi è il nostro, è il Piano strutturale della città.

Andrea Cutini (Margherita)
C’è stata una larga partecipazione dei cittadini con le osservazioni che il Consiglio è chiamato stamani ad esaminare. Portiamo a casa un risultato positivo e che segna un punto fermo per il futuro sviluppo di Arezzo. Il Piano adottato dal centro destra si basava esclusivamente sulla mobilità e non salvaguardava il paesaggio e l’ambiente. Nemmeno quello del centro destra era, quindi, il piano di Calthorpe.
Le osservazioni presentate hanno coinvolto larga parte della città. La discussone non si è quindi limitata all’interno del Palazzo.

Luigi Polli (Ds)
Sinistra e centro sinistra si sono sempre caratterizzati per la pianificazione urbanistica. Due piani regolatori in 30 anni: se la città si è salvaguardata, non è stato frutto del caso ma perché è stata fatta la scelta della pianificazione.
Le procedure urbanistiche si sono ulteriormente complicate e sarebbe quindi opportuno aprire, su questo tema, un confronto con la Regione Toscana.
Quanto ad alcune idee di Calthorpe, è stato opportuno dire di no. Il centro sinistra, a suo tempo, disse di no ad alcune proposte di Gregotti perché sostanzialmente inadatte alla città. Le idee dei grandi progettisti, di livello internazionale, vanno poi rapportate alle reali esigenze della città.

Giovanni Pelini (Sdi)
Riproponendo un nuovo Piano non avremmo fatto l’interesse della città, conoscendo i tempi che sarebbero stati necessari. Il nuovo aeroporto è un’utopia. Anche la riduzione delle quantità edificatorie risposte ad esigenze che qualità che sono basate anche sul recupero e la qualificazione di quanto attualmente esistente.

Marco Tulli (Verdi)
Quella di oggi è occasione per una riflessione sul concetto di progresso che non è la messa a repentaglio dell’ambiente e della salute dei cittadini. Dobbiamo invece puntare su una città armonica, da realizzare con coraggio, cambiando ed invertendo rotta.
Personalmente avrei preferito la lentezza della riflessione alla velocità che non consente di esaminare i dettagli. Sarebbe stato utile un confronto ed una partecipazione maggiore da parte dei cittadini. Adesso spero che con il Regolamento Urbanistico si rispettino i principi contenuti nel programma elettorale, a cominciare dalla partecipazione e dalla lentezza della riflessione.

Marco Barbagli (Fi)
Il consigliere Ralli ha dimostrato come può agire un uomo libero ed ha ridato dignità al Consiglio Comunale, riaffermando il ruolo che ciascun consigliere dovrebbe avere, astraendosi di connotazioni ideologiche.

Pilade Nofri (Ds)
La città è in una fase di stallo ed ha bisogno di ripartire. Il centro sinistra ha cercato di prendere il meglio del Piano strutturale dando all’economia ed alla città le risposte di cui ha bisogno. Oggi e non domani, senza ulteriori attese. Oggi occorre un atto di responsabilità da parte di tutti per consentire il rilancio complessivo della città.