AREZZO – Quale futuro si profila all’orizzonte per il vino aretino? La domanda è d’obbligo di fronte all’avanzamento della riforma dell’Ocm e alla proposta presentata dalla Commissione Europea, dopo oltre un anno di discussioni.
E su questo devono riflettere le migliaia di produttori vitivinicoli che insistono sul territorio provinciale, chiamati a raccolta da Coldiretti Arezzo, che, per giovedì pomeriggio, ha organizzato nella sala riunioni di Viale Mecenate 5/p, Arezzo, un incontro sul tema, coinvolgendo anche il responsabile nazionale del settore Domenico Bosco.
Si impone dunque una seria riflessione, vista l’importanza e la strategicità del comparto vitivinicolo per l’economia aretina, sia in termini di fatturato, di operatori che di indotto.
Nella nostra provincia, infatti, si coltivano circa 7.000 ettari di vigneto specializzato di cui 3.125 ettari a Chianti DOCG, 1210 a DOC ed i restanti per la produzione di vino comune e IGT.
Nel 2006 si sono prodotti circa 240.000 ettolitri di vino, di cui 141.000 di Chianti a DOCG, 19.000 di vino a DOC e circa 80.000 di vino comune ed IGT.
“La Riforma, pur presentando degli elementi condivisibili – spiega il presidente di Coldiretti Arezzo Tulio Marcelli – mostra dei punti deboli e dei rischi. Riteniamo peraltro inefficace l’annunciata massiccia estirpazione dei vigneti che potrebbero modificare non poco i nostri paesaggi e la cui utilità appare addirittura inconciliabile con la completa liberalizzazione degli impianti nel 2013. Siamo invece favorevoli alla spinta riformistica in ordine alla conversione delle attuali misure di mercato (distillazioni, aiuti ai magazzinaggi e mosti concentrati) che oggi assorbono due terzi delle risorse assegnate al settore e creano distorsioni da eliminare. Così come chiediamo lo stop allo zuccheraggio per modificare il grado alcolico. Il nostro obiettivo – prosegue Marcelli – è di ottenere un’etichettatura corretta che consenta al consumatore di avere le informazioni necessarie e al produttore di vedere valorizzata l’origine delle uve. Occorre inoltre premiare chi produce qualità e avviare campagne promozionali per indurre al consumo moderato e consapevole. Giudichiamo infine indispensabile una difesa senza indugio delle Denominazioni d’Origine. Per questo diciamo un no deciso alla omologazione con i vini da tavola generici. Autorizzare di scrivere in etichetta il vitigno e la provenienza per i vini da tavola generici (che non vengono sottoposti a regole e controlli), finirebbe inevitabilmente per togliere valore alle produzioni a Denominazione di Origine e IGT, che, al contrario, hanno un forte e documentato legame con il territorio”, conclude il Presidente.
“Su queste nostre posizioni – commenta il direttore di Coldiretti Arezzo Angelo Corsetti – vogliamo sentire la voce dei produttori. Adesso, infatti, si apre l’importante fase delle osservazioni e delle proposte di integrazione e di modifica sul documento presentato dalla Commissione Europea. Coldiretti partecipa attivamente a questo percorso importantissimo per definire il futuro di un prodotto simbolo dell’economia agricola nazionale e locale e vuole farlo con il contributo dei soci”.
Ad Arezzo, presso la sede Coldiretti, l’appuntamento è fissato per domani sera alle ore 18.30.