Un articolo a firma Fabio Dragoni pubblicato su La Verità il 12 marzo 2023 ha catturato oggi la mia attenzione.
Non l’avevo letto e dietro il suggerimento di un collega ho deciso di approfondire l’accurata intervista realizzata dal giornalista Fabio Dragoni a Ginevra Cerrina Feroni, giurista, ordinario di diritto costituzionale nonché vicepresidente dell’Autorità garante per la privacy.
Fonte:
https://www.laverita.info/feroni-green-pass-violato-norme-2659584562.html
“Da sempre i vaccini sono divisivi. Toccano, anzitutto, l’individuo e la sua integrità fisica. Quanto piu’ di proprio si possa immaginare, Non è un caso che la loro introduzione per via legislativa, già ben prima dell’esplosione della pandemia da Covid-19, abbia determinato diffuse reazioni sociali. Acuitesi con l’istituzione dell’obbligo vaccinale accompagnato da sanzioni e oneri accessori” afferma Ginevra Cerrina Feroni.
La compressione delle libertà individuali è stata una costante in tempi di pandemia evidenzia quindi il giornalista Dragoni.
“Da giurista mi permetta una disgressione. Il green pass viene istituito con il Regolamento UE n. 953/2021 del 4 giugno 2021. L’obbiettivo è quello di armonizzare e garantire la libera circolazione delle persone all’interno dell’UE in coerenza con i valori fondanti di quest’ultima. L’attestazione dell’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 o comunque il risultato negativo ad un test molecolare o antigenico rapido, oppure la certificazione della guarigione, avevano lo scopo di impedire agli Stati di imporre arbitrariamente quarantene obbligatorie o ulteriori test a chi fosse in possesso della certificazione. A ben vedere, dunque, il legislatore europeo mirava proprio ad impedire che fossero attuate restrizioni al diritto di circolazione con interventi incoerenti o frammentari” aggiunge la giurista.
“Si affermava in maniera netta che il regolamento non poteva essere interpretato nel senso di istituire un obbligo ad essere vaccinati. E’ evidente come l’intera architettura di questa vincolante premessa sia stata stravolta dalla regolamentazione interna italiana” puntualizza la vicepresidente dell’Autorità garante per la privacy.
Torna quindi alla mente un cinguettio del 18 aprile 2021 del dr. Roberto Burioni.
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