Firenze 07/12/2021 – “Abbiamo presentato un’interrogazione alla Regione Toscana per chiedere come intende risolvere la grave carenza dei medici di medicina generale in Valtiberina. Oltre all’innalzamento delle soglie dei massimali per ciascun medico, abbiamo chiesto se è in previsione uno scorrimento ulteriore delle graduatorie per trovare medici a cui affidare l’incarico.
Vorremmo anche sapere se la Giunta ha intenzione di predisporre una strategia ad hoc, a livello regionale, per individuare soluzioni alla ormai fisiologica carenza di medici di famiglia nelle aree più periferiche della Toscana”. E’ quanto chiede il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gabriele Veneri, che ha raccolto le segnalazioni di Emanuele Orcese, Consigliere comunale di Fdi di Badia Tedalda.
“I medici di medicina generale e di prossimità sono uno strumento fondamentale per la medicina territoriale, e la loro mancanza causa gravi disagi ai residenti. Lo scorso novembre è andato in pensione il Dr.Enrico Gnoni, medico con ambulatorio a Sestino e Badia Tedalda, con un ambito di riferimento formato dai comuni di Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Anghiari, Monterchi, Pieve Santo Stefano e Sansepolcro.
Era l’unico medico di famiglia operante nel comune di Sestino, comune che ha l’ospedale più vicino ad un’ora di distanza. Solo una parte dei pazienti che erano assistiti dal dottor Gnoni verrà riassorbita dal dottor Brilli di Badia Tedalda, mentre una quota consistente rimane attualmente priva di medici di base. Ad oggi il dottor Brilli si trova a dover gestire oltre 2000 pazienti” fa notare Veneri.
“Il pensionamento del Dr.Gnoni si inserisce in una cornice sanitaria già critica per la Valtiberina, in quanto anche ad agosto 2021 era andato in pensione il Dr.Luigi Chiasserini, medico di medicina generale con ambulatorio ad Anghiari e Sansepolcro, a cui si era ovviato aumentando il massimale di scelte a 1700 per i 16 medici dell’ambito territoriale di riferimento, in attesa di poter trovare un sostituto –sottolinea Veneri– Le soluzioni messe finora in atto sono da ritenersi solo temporanee e non risolvono il grave disagio che sta patendo la popolazione della Valtiberina. Non si può certo giustificare la mancanza di medici facendo sapere che coloro che vengono chiamati rifiutano l’incarico. Garantire in modo capillare ed efficiente il diritto alla salute è uno dei principali doveri delle istituzioni”.
Ufficio Stampa