“Esprimo tutta la mia preoccupazione per le nuove norme, che regolano le attività selvicolturale di aziende ed enti che gestiscono il patrimonio forestale – scrive la Presidente Chiassai Martini. – Con il DPR 01/10/2020 che ha modificato l’interpretazione dell art. 136 del Codice del paesaggio e del DM 59/1976, per ogni taglio boschivo effettuato nel territorio comunale al di sopra dei 700 mt., è necessario munirsi di autorizzazione della Soprintendenza, come anche per poter procedere all’attività selvicolturale in boschi sottoposti a vincolo paesaggistico.
Tutto questo non fa che aggravare l’intero comparto, che deve sottostare a procedure complesse ed onerose, contrastando la natura delle attività stesse, ovvero di tutela dei boschi e delle lavorazioni di carattere ordinarie. Non solo, molte imprese boschive professionali si trovano nella tragica condizione di dover chiudere in quanto l’economia forestale locale è strettamente legata alla gestione a ceduo e ai suoi prodotti, che è già pesantemente aggravata dall’emergenza pandemica. Il rischio concreto sarà il conseguente ed inevitabile abbandono dei boschi e di tutte le attività che ne conseguono, quando invece il taglio colturale è parte integrante della preservazione nel tempo di boschi e di foreste.
E’ necessaria una inversione di tendenza, apportando deroghe ai vincoli paesaggistici che aggravano di costi e lungaggini le normali attività agrarie come il taglio colturale. Sono convinta che la tutela del patrimonio boschivo non passa certo dalla distruzione di posti di lavoro mettendo in discussione un’intera economia che si basa su questo settore, ma rendere piuttosto una sintesi il più possibile rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, calata nella realtà e che tenga conto di tutti gli attori coinvolti.” Sensibile alla questione anche la casentinese Laura Seghi Capogruppo di maggioranza in Consiglio Provinciale, promotrice dell’intervento.