“Come avevo annunciato, la mia commissione audirà le Soprintendenze della Toscana sul problema dell’intervenuto obbligo dell’autorizzazione paesaggistica per il taglio dei boschi. Questa mattina, infatti, è partita la lettera di convocazione, a loro indirizzata tramite il segretariato regionale del Ministero dei Beni Culturali. Confidiamo di poter avere l’incontro già nel mese di aprile”.
Lucia De Robertis, presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio regionale, interviene ancora sul tema caldo degli effetti della pronuncia del Consiglio di Stato del giugno 2020, che ha destato moltissima incertezza e preoccupazione fra i comuni, le imprese del settore della forestazione e gli stessi privati cittadini
“Proprio ieri – spiega De Robertis – l’Assessore alle foreste Stefania Saccardi ci ha fatto pervenire la nota di attuazione della mozione che, su iniziativa del PD, il Consiglio regionale approvò lo scorso dicembre. C’è molta preoccupazione sugli effetti di quella sentenza, sia per i costi aggiuntivi che l’aggravio del procedimento amministrativo inevitabilmente comporta, sia per il grande numero di richieste che graveranno sulle Soprintendenze toscane dove, peraltro, a detta della Giunta, non risulterebbero presenti le adeguate competenze tecniche in materia forestale.”
“È evidente, pertanto – aggiunge la presidente della quarta commissione di Palazzo del Pegaso – come davvero sia necessaria l’interlocuzione con queste strutture del Ministero, per comprendere le dimensioni esatte del fenomeno, visto che l’autorizzazione non dovrebbe essere richiesta per i tagli colturali, per gli interventi di forestazione e riforestazione, nonché per le opere di bonifica, di antincendio e di conservazione sui boschi e sulle foreste tutelate dal codice, ma solo per quegli interventi che si realizzano in aree soggette a vincolo attribuito con uno specifico decreto”.
“A loro – conclude De Robertis – rappresenteremo infine la necessità e l’urgenza di un atto Ministeriale di chiarimento sull’applicabilità della pronuncia del Consiglio di Stato, ad oggi unico strumento possibile per restituire certezze a chi opera la necessaria cura del nostro patrimonio boschivo”.