Home Nazionale Messina: inquirenti, cybercriminali agivano mentre erano agli arresti domiciliari (2)

Messina: inquirenti, cybercriminali agivano mentre erano agli arresti domiciliari (2)

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(AdnKronos) – Qualora invece le disponibilità presenti sui conti correnti di cui si appropriavano erano di lieve consistenza, provvedevano all’azzeramento del saldo del conto attraverso acquisti di merci su siti di e-commerce, facendosi poi recapitare i beni presso indirizzi di comodo nei comuni di residenza. Inoltre, al fine di rendere più credibile la loro truffa, i malfattori avevano creato anche profili facebook intestati alle identità fraudolente e, per renderle più credibili, inserivano foto, curriculum e falsi loghi per spacciarsi per impiegati degli istituto di credito.
Gli elementi di prova raccolti “hanno evidenziato l’esistenza di un sodalizio criminale ben strutturato che aveva in programma un numero indeterminato di reati al cui vertice vi è Giuseppe Tricarico “che è il promotore organizzatore e dirigente del gruppo ed è coadiuvato dal fratello Davide Tricarico – spiegano i Carabinieri – I due, nonostante fossero entrambi sottoposti, da tempo, alla misura cautelare degli arresti domiciliari, in ragione del loro coinvolgimento in un indagine della Procura di Reggio Calabria per reati analoghi a quelli oggi contestati, hanno potuto continuare ad organizzare e promuovere l’attività illecita con l’ausilio dei conterranei Nicola Ameduri e Nicodemo Porporino”. Ameduri è il braccio di Tricarico per conto del quale svolge le attività che questi, stante il provvedimento limitativo della sua libertà personale, non può compiere, si reca agli incontri con gli altri associati, attiva le schede telefoniche indispensabili per compiere i reati, ritira la corrispondenza, contatta i corrieri che devono recapitare la merce acquistata etc.
Porporino e Cancelli, quest’ultimo residente nella provincia dell’Aquila, si mettono a disposizione quali terminali cui fare confluire il denaro, dopo i vari passaggi intermedi per ripulirlo, che viene da loro incassato presso conti correnti a loro intestati e poi girato in contanti a Tricarico. L’essere sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari non ha interrotto l’attività criminale del gruppo che, sfruttando la pregressa esperienza maturata sul campo, ha affinato le metodologie e le modalità di commissione delle truffe on line, incrementando, nel contempo, le cautele necessarie a condurre l’attività criminale. “Pertanto gli associati ponevano massima attenzione nel non utilizzare mai i propri nomi per compiere qualsiasi attività riconducibile ai reati messi in atto, controllavano con maniacale attenzione le proprie autovetture temendo che vi fossero delle cimici, avendo cura di non utilizzare mai schede telefoniche a loro riconducibili”.