Home Nazionale Medicina: la denuncia, aghi low cost per penne anti-diabete

Medicina: la denuncia, aghi low cost per penne anti-diabete

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Rimini, 16 mag. (AdnKronos Salute) – A ogni paziente il suo giusto ago. Un documento della Società italiana di diabetologia, presentato al 27.esimo Congresso nazionale Sid che si apre oggi a Rimini, punta i riflettori su questo strumento ‘dimenticato’ della terapia anti-diabete: gli aghi per penna da insulina o da farmaci analoghi del Glp-1. Perché, evidenziano gli esperti, “un ago low cost e di scarsa qualità può ostacolare il raggiungimento di un buon controllo del diabete. Non si riesce a somministrare correttamente medicinali anche di ultima generazione, perdendo parte del vantaggio terapeutico”.
“Sempre più di frequente – proseguono gli specialisti – purtroppo nelle gare regionali non vengono prese in considerazioni le specifiche tecniche che dovrebbero avere gli aghi di qualità. Troppo spesso a essere considerato è soprattutto il criterio economico. Negli ultimi anni, sull’onda del mantra del risparmio a tutti i costi, nei capitolati d’appalto si è andato trascurando l’aspetto della qualità degli aghi per penna, mentre al contempo il mercato si apre sempre più ad aghi low cost provenienti dall’estero”.
Low cost che, spesso, è sinonimo di low quality. “Sono stati segnalati diversi casi – riferisce Giorgio Sesti, presidente della Sid – che si piegano al momento dell’inoculazione del farmaco, rendendo la somministrazione inadeguata. Oppure, se l’ago è troppo lungo, si ottiene l’effetto opposto”.
“La scelta dell’ago giusto per l’iniezione dell’insulina, che appunto sembra un problema marginale – aggiunge Sesti – ha grande importanza anche per la sicurezza dell’operatore sanitario. Troppe volte le scelte degli aghi considerati un dispositivo di bassa tecnologia sono basate unicamente sul prezzo più basso, non tenendo conto di una serie di caratteristiche che hanno un impatto sulla funzionalità del dispositivo, la prevenzione di infezioni e di punture accidentali”.
I diabetologi sottolineano con preoccupazione che “anche il farmaco più innovativo può non risultare efficace se somministrato nel modo scorretto o con un dispositivo, in questo caso l’ago, non idoneo”, afferma Daniela Bruttomesso, Unità operativa di Malattie del metabolismo, Università di Padova, e presidente della Sezione regionale Sid Veneto Trentino Alto Adige.
Obiettivo del documento della Sid è dunque quello di fornire “una guida per i processi di acquisto (diretto o indiretto) e attribuire il giusto valore tecnico-qualitativo all’ago per penna, per raggiungere sì l’obiettivo del risparmio economico, ma senza sacrificare la qualità”. Si indica che gli aghi migliori sono quelli più corti (4 mm) e sottili, ma con un buon diametro interno per non far resistenza al passaggio del farmaco (tecnologia ‘a pareti sottili’), ben lubrificati e con la punta ben affilata. Devono essere adeguatamente sterilizzati e sicuri da usare. Sia per il paziente che per il personale sanitario.