Home Nazionale Imprese: industriali siciliani, anche noi pronti a scendere in piazza

Imprese: industriali siciliani, anche noi pronti a scendere in piazza

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Palermo, 4 set. (AdnKronos) – “Noi non vorremmo passare alla storia come quelli che sono scesi in piazza contro il governo. Con il governo si dialoga, si trovano linee comuni. La base produttiva va ascoltata così, come va ascoltata la base dei lavoratori. Per noi sarebbe uno smacco scendere in piazza contro il governo, ma se non vedremo presto segnali concreti saremo costretti a protestare. Ha ragione il presidente Boccia”. Arriva fino in Sicilia il mal di pancia degli industriali contro le politiche economiche del governo Conte. e a farsene portavoce è il presidente degli industriali palermitani, Alessandro Albanese. Nei giorni scorsi, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, aveva parlato di “base molto nervosa” arrivando a prospettare l’ipotesi di una protesta in piazza, mentre tra gli imprenditori del triangolo industriale del nord il malumore è palpabile.
“Noi lo abbiamo già fatto in passato, abbiamo fatto una protesta – sottolinea Albanese all’Adnkronos – ai tempi del governatore Raffaele Lombardo”. Albanese contesta innanzitutto il ‘decreto dignità’ ma teme anche contraccolpi nella legge finanziaria che nei prossimi mesi approderà in Parlamento.
“Contestiamo un provvedimento legislativo che fa solo danni – spiega Albanese – un provvedimento demagogico che non può produrre gli effetti desiderati, produrrà solo il non rinnovo dei contratti a tempo determinato”. “Che non si trasformano in contratti a tempo indeterminato – aggiunge – perché vanno a incidere su una tipologia di aziende che hanno commesse e, pertanto, lavorazioni che non possono garantire la continuità. Per l’imprenditore il lavoratore è un patrimonio. Se deve trasformare un contratto, lo deve fare con cognizione di causa. Ecco perché sono tutti provvedimenti demagogici. Non sarà il decreto dignità a fare trasformare il contratto da tempo determinato a indeterminato. Che in Sicilia costerà più di ottomila posti. In Sicilia il problema si porrà in maniera maggiore”.