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Dazi: Confindustria Vicenza, forte il rischio di essere colpiti

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Vicenza, 3 apr. (AdnKronos) – “I dazi sono un’operazione miope e controproducente per il tutto commercio internazionale, non solo per Vicenza, anche se qui fanno più male visto che siamo la terza provincia italiana per export. I dati parlano chiaro: nell’ultimo anno il nostro export negli Stati Uniti ha raggiunto uno dei suoi picchi con oltre 1,558 miliardi di euro (+11% rispetto al 2016, raddoppiato rispetto ai 778 milioni del 2009). Ma anche l’import a Vicenza di prodotti USA è aumentato della stessa percentuale: +11%”, Luciano Vescovi, Presidente di Confindustria Vicenza, commenta così all’Adnkronos la situazione dei dazi internazionali dopo che alle misure di Trump su alluminio e acciaio, la Cina ha risposto con altri dazi sui prodotti USA.
“L’economia del Nordest ha sempre dimostrato un importante dinamismo per cui, anche se è forte il rischio di essere colpiti o dai dazi o dalle merci cinesi che, non potendo più esportare negli USA potrebbero essere dirottate qui, sono fiducioso che il nostro tessuto manifatturiero sia in grado di diversificare la propria offerta magari allargando i propri orizzonti a nuovi mercati – spiega – Ma quello che preoccupa davvero è il cambio di atteggiamento, perché i dazi partiti dagli USA, come abbiamo visto, hanno dato il via ad un effetto a catena, coinvolgendo la Cina… e speriamo ci si fermi qui – prosegue Vescovi – Il rischio vero è che questa diventi una crisi sistemica perché in molti contesti si sta pensando di restringere le frontiere del commercio e rintanarsi in casa propria”.
“In questo senso, l’unica cosa che noi europei dovremo evitare è di alimentare questa pericolosa escalation. Penso invece che dovremo rilanciare il ruolo del WTO ed intensificare gli sforzi e i rapporti con tutte le altre aree commerciali del mondo, comprese ovviamente Cina e USA. Dall’altra parte se si è arrivati a questo scontro tra le prime due superpotenze commerciali, è evidente che c’è da agire affinché si possano attenuare gli effetti del dumping proposto da alcune aree del mondo, andando invece a perseguire politiche commerciali aperte ma in un contesto di regole condivise”, conclude.