Home Nazionale Borsa: bufera sull’Italia, ecco cosa temono i mercati/Adnkronos

Borsa: bufera sull’Italia, ecco cosa temono i mercati/Adnkronos

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Milano, 28 set. (AdnKronos) – L’incertezza per il futuro dell’Italia e dei suoi conti pubblici è il comune denominatore delle vendite che si sono scatenate sulla Borsa di Milano e sui Titoli di Stato. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è salito fino a 280 punti e il Ftse Mib (-3,7%) è l’indice peggiore tra le piazze finanziarie europee dopo che il Governo ha raggiunto un accordo sulla Nota di aggiornamento del Def. L’intesa dovrebbe prevedere un deficit pubblico in rapporto al Pil pari al 2,4%, ben al di sopra degli obiettivi che si era posto, secondo indiscrezioni, il ministro delle Finanze, Giovanni Tria. Il maggior disavanzo servirà a Lega e M5S per finanziare alcune misure in Manovra, tra cui reddito e pensioni di cittadinanza. Ecco cosa temono, esattamente, analisti e mercati?
L’AUMENTO DEL DEBITO – Sul lungo periodo, il rischio principale prezzato dagli investitori è che un aumento del deficit possa compromettere la stabilità dei conti pubblici del Paese e aumentare ulteriormente l’enorme debito pubblico italiano, pari a luglio a 2.341 miliardi. In uno scenario di crescita economica inferiore al previsto nel prossimo biennio è possibile che il rapporto debito/pil, già al 131,8% nel 2017, aumenti ancora. “La nostra preoccupazione principale al momento è il possibile deteriorarsi ulteriore del contesto economico: il vero rischio per l’Italia potrebbe materializzarsi quando, senza sufficienti riserve strutturali per abbassare la crescita dei tassi, la dimensione del surplus primario richiesto per stabilizzare il rapporto debito/pil potrebbe diventare irraggiungibile”, sottolinea Columbia Threadneedle Investments.
LE DIMISSIONI DI TRIA – Le indiscrezioni su un braccio di ferro tra l’Esecutivo e il Mef e lo spettro delle dimissioni del ministro delle Finanze Giovanni Tria non ha certo rassicurato la platea di fondi e compratori internazionali del debito pubblico italiano. Il titolare del Tesoro sembra aver giocato un ruolo passivo nella stesura della nota di aggiornamento al Def, ma avrebbe deciso di restare al suo posto. E questo perché funge da garante dei conti pubblici nei confronti dell’Europa e dei mercati. Se lasciasse, “potrebbe essere compromessa la stabilità finanziaria e lo scenario di un nuovo 2011 diventerebbe più concreto”, fa notare Ig. “Lo spread potrebbe spingersi fino a 450-500 punti base e l’ipotesi di vedere all’azione il piano Omt della Bce sarebbe molto probabile”. L’Outright Monetary Transactions è una sorta di scudo antispread, ma implica restrizioni fiscali ai Paesi che ne fanno uso (vedi alla voce Troika).