Home Nazionale Alimenti: quello che mangi fa la differenza, i consigli dell’oncologo

Alimenti: quello che mangi fa la differenza, i consigli dell’oncologo

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Roma, 3 apr. (AdnKronos Salute) – Cibi ‘amici’ e altri sconsigliati per proteggere l’organismo dal tumore. Arriva in libreria, pubblicato da Newton Compton Editori, un saggio che spiega in modo facile con quali nuovi strumenti curare e affrontare la malattia. A firmare ‘Quello che mangi fa la differenza. I cibi consigliati e quelli da evitare per prevenire e curare il male’ è Massimo Bonucci, specialista in oncologia medica e presidente di Artoi, l’Associazione di ricerca per la terapia oncologica integrata.
“La nostra vita biologica è il risultato di una continua interazione tra le diverse parti dell’organismo che si relazionano e si scambiano informazioni, sia in condizioni di salute che di malattia. Pensare di prevenire la malattia o curarla come fossimo divisi in compartimenti è un errore da evitare, la salute è il frutto di equilibrio tra diversi fattori, e l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale in questa partita”, scrive Bonucci.
Per esempio, secondo l’esperto non è corretto affermare che un paziente oncologico possa mangiare di tutto o assumere di tutto: nella fattispecie non deve adottare una dieta iperproteica e tenersi lontano da alimenti come i carboidrati raffinati, carne, pesce di grossa taglia e latticini. Di cose da sapere ce ne sono molte nel libro ‘Quello che mangi fa la differenza’. Ad esempio si apprende che l’aloe vera, la curcumina e il tè verde rappresentano un valido aiuto in associazione ad alcuni farmaci chemioterapici mentre sono sconsigliati l’iperico e il ginkgo biloba, il pepe o la soia.
La terapia oncologica integrata, nuova frontiera nel trattamento dei tumori, non esclude nessun tipo di intervento, come spiega il libro: ritiene utile la terapia farmacologica e la chirurgia, ma le integra con agopuntura, fitoterapia, alimentazione e omeopatia. Tutto per ridurre gli effetti collaterali delle terapie e potenziare l’efficacia dei farmaci, migliorare la qualità della vita del paziente e aumentare le possibilità di guarigione.