Home Nazionale 30 mila cervelli in fuga in 10 anni, un progetto per trattenerli

30 mila cervelli in fuga in 10 anni, un progetto per trattenerli

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Roma, 6 nov. (AdnKronos Salute) – Nel 2016 l’Italia ha investito in ricerca pubblica e privata appena 21,6 miliardi di euro, contro i 33 mld del Regno Unito e i 50 mld della Francia. “E sono questi Paesi che accoglieranno molti dei 30 mila studiosi che, si stima, l’Italia ha perso e perderà nel decennio 2010-2020”. In controtendenza l’Istituto Pasteur Italia ha lanciato oggi a Roma la campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi ‘Parola d’ordine: ricerca’, per “evitare la fuga di energie intellettuali stanziando fondi e sensibilizzando il grande pubblico”. La ‘madrina’ della campagna è l’attrice Francesca Valtorta.
In occasione della Giornata mondiale della scienza per la pace e lo sviluppo, il prossimo 10 novembre, l’Istituto Pasteur Italia prende parte alla mobilitazione internazionale dedicando la giornata di oggi al tema ‘Scienza è progresso: un diritto dell’umanità’ per garantire il diritto alla salute di tutti. “Secondo i dati del Cnr, di fronte a un obiettivo di crescita, gli stanziamenti del Miur agli enti pubblici di ricerca sono scesi dai 1.857 milioni di euro del 2002 ai 1.483 del 2015. Complessivamente, negli ultimi 10 anni gli investimenti pubblici con ricerca e sviluppo sono diminuiti di oltre il 20%”.
“Nonostante le grandi difficoltà che si riscontrano nel nostro Paese, da oltre 50 anni l’Istituto Pasteur Italia investe nella ricerca scientifica perché la scienza è il motore per il progresso dell’umanità e sostenerla è un dovere di ciascuno – ha affermato Angela Santoni, direttore scientifico dell’Istituto Pasteur Italia – Per questo ogni anno finanziamo numerosi progetti di ricerca, borse di dottorando, borse di studio per l’estero e per il rientro di ricercatori in Italia. Nel 2018 abbiamo stanziato 1.091.400 euro e per il 2019 l’investimento previsto è di 1.373.000. I costi della ricerca sono rilevanti e per garantire continuità alle nostre attività abbiamo deciso di lanciare la prima campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi ‘Parola d’ordine: ricerca’ perché ogni contributo, anche il più piccolo, è un aiuto fondamentale per lo sviluppo delle nostre ricerche e può fare la differenza”. (segue)