Milano, 27 gen. (AdnKronos) – “La violenta accelerazione del dollaro statunitense nell’ultimo trimestre ha penalizzato l’export e ha favorito l’import di beni più convenienti provenienti da paesi con valuta debole”. Commenta Vincenzo Longo di Ig, evidenziando che “frutto di ciò, il contributo al Pil arrivato dalla bilancia commerciale nel trimestre è stato il peggiore dal 2010”.
“I dati dovrebbero far riflettere gli americani sull’eccessiva forza del biglietto verde e degli squilibri macroeconomici che può creare. Sono comprensibili così – sottolinea – i moniti arrivati da Trump e dal segretario del Tesoro Usa proprio in tema valutario qualche settimana fa. Crediamo che queste figure possano rappresentare un primo segnale della politica dettata dal presidente Trump”.
“La prossima settimana sarà la Fed ad esprimersi sull’economia Usa e saranno importanti i commenti che arriveranno proprio sul fronte valutario e inflazione. Su quest’ultimo punto segnaliamo che il breakeven sul Tnote 10 anni ha toccato ieri il valore più alto da settembre 2014, segnale che le spinte inflattive . conclude Longo – continuano a rafforzarsi”.