(AdnKronos) – “Questi anni di pace, benessere e prosperità dell’Europa -dice ancora il Capo dello Stato- ci hanno consentito di raggiungere traguardi di cui gli stessi Padri fondatori sarebbero giustamente fieri, malgrado limiti e carenze”. A cominciare da “quella moneta comune divenuta, nel breve volgere di tempo, il secondo strumento di riserva a livello mondiale. L’euro, grazie alla politica della Banca centrale europea, ha provocato il forte abbassamento dei costi del credito, tutelando i risparmi delle imprese e delle famiglie”.
Traguardi da cui ripartire, tenendo presente che “la soluzione alla crisi sui debiti sovrani e a quella sul rallentamento dell’economia non può essere la compressione dei diritti sociali nei Paesi membri. Tanto meno l’occasione di grossolane definizioni di Nord e Sud d’Europa”.
Una considerazione che sembra una risposta indiretta alle affermazioni di ieri del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e che si inserisce in una considerazione più generale sulle “prove alle quali l’Unione europea è chiamata a tenere testa: quella finanziaria, quella migratoria, quelle ai confini orientale e mediterraneo dell’Unione, l’offensiva terroristica”, che, sottolinea Mattarella, “pongono con forza l’esigenza di rilanciare la sfida per una riforma dei Trattati; ineludibile”, perchè “le ambizioni del Trattato di Lisbona, oggi vigente, appaiono inadeguate rispetto alla natura e all’ampiezza delle crisi e anche rispetto all’obiettivo di giungere a una sempre più stretta integrazione continentale”.