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Sabbadini: “Gap di genere nelle retribuzioni problema serio, a donne meno salario reale di uomini”

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Roma, 18 apr. (Labitalia) – Il gap salariale di genere in Italia c’è ed “è un problema serio” “sul salario reale, perchè le donne fanno meno straordinari, e prendono meno premi; nel mondo delle imprese passa ancora una cultura che le penalizza e le vede fonte di maggiori costi”. Così Linda Laura Sabbadini, statistica sociale ed editorialista de ‘La Stampa’, commenta con Labitalia i dati sul divario retributivo tra uomini e donne in Europa.
“A ciò vanno aggiunte due cose -osserva la studiosa- che spiegano perché a fine anno le donne portano a casa redditi più bassi: part time e carriera. Le donne fanno più part time e non solo perché vogliono conciliare con i tempi di vita: il 60% del part time è infatti involontario, voluto dalle imprese per esigenze di flessibilità”.
Ma le difficoltà per le donne nel percepire un salario pari a quello degli uomini nascono anche dalle difficoltà di progressione nella carriera. “Ostacoli a non finire portano a maggiore intermittenza nella partecipazione al mercato del lavoro -dettaglia- e a maggiori difficoltà nella carriera. E se le donne fanno carriera, ci mettono più tempo e spesso sono anche pagate meno. Questo incide anche sulla situazione delle donne in termini pensionistici”.
Una situazione articolata che non è pienamente rappresentata da quel 10% di differenza salariale a scapito della busta paga delle donne italiane rilevato da Eurostat.
“L’indicatore del gender pay gap adottato a livello europeo -spiega Sabbadini- non riesce a catturare tutto questo, perché si basa sulla differenza del salario orario medio di uomini e donne senza tener conto di tutte le differenze che caratterizzano il lavoro dei due sessi, tra cui per esempio le mansioni”.
“Il valore più basso osservato in Italia rispetto all’Europa -sottolinea Sabbadini- è dovuto anche al fatto che le donne con istruzione bassa non riescono proprio a entrare nel mercato del lavoro. A differenza dei Paesi con più alta occupazione femminile, le donne occupate in Italia presentano così un salario medio più elevato, espressione tuttavia di una stortura del mercato del lavoro e non di una positiva parità salariale”, conclude la statistica.