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Ricerca: movimento, attenzione e linguaggio funzioni più colpite da ictus

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Padova, 21 feb. (AdnKronos) – L’ictus è la terza causa di mortalità e la prima causa di disabilità nei paesi avanzati. Negli ultimi 30 anni vi sono stati progressi significativi nel trattamento acuto dell’ictus, ad esempio l’uso di farmaci che possono dissolvere un trombo (trombolitici) o più recentemente strumenti che permettono attraverso l’inserzione di un catetere nelle arterie cerebrali di migliorare la circolazione rimuovendo il trombo (trombectomia).
Nonostante questi miglioramenti la stragrande maggioranza di pazienti colpita da ictus soffre di deficit di vario tipo che possono essere trattati nel periodo post-acuto solo con tecniche di neuro-riabilitazione, quali ad esempio il training delle funzioni motorie o linguistiche. Teorie neurologiche correnti predicono che i deficits neurologici sono molto diversi a seconda della specifica area del cervello colpita dall’ictus, ma questa eterogeneità è stata osservata solo in casi singoli o in piccole casistiche. Inoltre non sono chiari i fattori clinici o anatomici che predicono il miglioramento nei mesi successivi all’ictus. La possibilità di predire i deficit più comuni e i fattori che controllano il recupero è fondamentale per una adeguata allocazione delle risorse, ad esempio decidere quando continuare o interrompere la riabilitazione, o per misurare in modo sensibile l’efficacia di nuovi trattamenti.
Un team di ricercatori della Washington University School of Medicine (St. Louis, Missouri Usa) e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova ha dimostrato in uno studio pubblicato in questi giorni su Human Nature Behavior come due gruppi di deficit correlati spieghino la maggioranza delle disabilità post ictus: specificatamente, deficit del movimento e dell’attenzione, da un lato, e deficit di memoria e linguaggio, dall’altro, sembrano essere i deficit “canonici” nell’ictus.