Home Nazionale Ricerca: autismo, improvvisazione musicale aiuta a regolare emotività bimbi

Ricerca: autismo, improvvisazione musicale aiuta a regolare emotività bimbi

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Roma, 24 ott. (AdnKronos Salute) – Musica come terapia per aiutare i bambini con disturbo autistico a esprimersi e comunicare con gli altri. Una relazione, quella tra musica e linguaggio, che è alla base del progetto di ricerca internazionale ‘Time-A’, coordinato in Italia di Filippo Muratori, direttore dell’unità di Psichiatria dello Sviluppo dell’Irccs Fondazione Stella Maris e da Ferdinando Suvini, musicoterapeuta. I risultati del progetto saranno presentati nel convegno in programma sabato 4 novembre all’Irccs Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa).
Il coinvolgimento del bambino autistico in un’attività sociale per lui piacevole costituisce un passo importantissimo – spiegano gli specialisti Stella Maris – La motivazione sociale dei piccoli partecipanti allo studio è aumentata – evidenziano – mentre sono diminuiti i manierismi autistici, i movimenti stereotipati e ripetitivi di questi bambini.
“E’ migliorata anche la regolazione emotiva che è una premessa per lo sviluppo delle abilità di interazione sociale – sottolinea Muratori – L’effetto è stato più evidente nei casi in cui è stato possibile ‘improvvisare’, da parte dell’adulto e del bambino, brevi brani musicali che sono indice di una migliore sintonizzazione affettiva”.
L’esperienza musicale può costituire una delle chiavi per entrare nel mondo delle persone con autismo e comunicare con loro – ribadiscono gli esperti – Spesso queste persone hanno una sensibilità e una predisposizione particolare alla musica, ma come per altri interventi anche la musicoterapia va modulata in base alla specificità di ciascun paziente: a fronte di bambini che non parlano ma comunicano ci sono infatti bambini che parlano ma hanno evidenti deficit comunicativi. Il percorso va quindi personalizzato – puntualizzano – evitando ogni aspettativa “magica o prodigiosa”.
Il suono e la musica possono aiutare i bambini autistici, migliorando la comunicazione, anche verbale, favorendo un contatto emotivo, aumentando le capacità di adattamento sociale e facilitando la relazione con i genitori. A ribadirlo è anche una recente revisione degli studi su questo tema dell’ente di ricerca Cochrane Collaboration. Tutto questo, però, a patto che il musicoterapeuta abbia seguito una opportuna formazione, sia musicale che clinica, e lavori all’interno di un team specialistico, come avvenuto nel ‘Time-A’. Obiettivo della musicoterapia infatti – concludono dalla Stella Maris – non è far ‘guarire’ dall’autismo, ma aprire nuove forme di comunicazione. E la musica ha questo potere.