(AdnKronos) – “Il passaggio tra le diverse forme di accoglienza -segnala ancora la commissione parlamentare- continua ad avvenire in maniera stentata e difficoltosa con evidenti limiti nel coordinamento e nella condivisione delle prassi. Non è ancora assicurata la gradualità della presa in carico delle persone né vi è la messa in rete tra i diversi sistemi, con il risultato sia di forte stratificazione e frammentazione delle tipologie di accoglienza, che di scarsa attenzione agli aspetti ‘qualitativi’ delle condizioni di accoglienza nelle strutture, in particolare in relazione ai servizi finalizzati all’integrazione. Non da ultimo, solo di recente è stata intrapresa una capillare attività di monitoraggio sui servizi erogati nelle strutture d’accoglienza”.
La relazione parlamentare si chiede tuttavia se emergano segnali di una positiva inversione di tendenza. A tal proposito l’ultimo Report statistico del ministero del Lavoro aggiornato all’aprile di quest’anno, segnala che “la quota maggioritaria dei minori stranieri inseriti nel sistema di accoglienza è ora nelle strutture di secondo tipo”: si tratta di 10.488 persone che rappresentano il 65,8% dei minori presenti sul territorio italiano.
Dati che tuttavia non devono far perdere di vista l’esistenza di lacune, che se non colmate secondo la commissione rischiano di esporre il sistema a rischi assai elevati. “L’intero impianto di accoglienza necessita di essere ulteriormente strutturato, con particolare riguardo ai requisiti degli enti gestori dei centri di accoglienza e ai servizi finalizzati all’integrazione (quali l’insegnamento della lingua italiana, l’orientamento ai servizi territoriali, la formazione professionale ecc.)”.