Roma, 22 mar. (AdnKronos) – “Cosa non si fa pur di colpirci…”. Al Pd questa è la lettura che viene data dalla mossa di Pier Luigi Bersani sui 5 Stelle. Nel giorno del battesimo del simbolo di Democratici e Progressisti, Bersani ha scelto una copertura ad ampio raggio con interviste e colloqui per dare alcuni messaggi. E nessuno è piaciuto agli ex-colleghi dem. Nè l’invito a Paolo Gentiloni a emanciparsi da Matteo Renzi e dare un suo segno al governo. Nè tantomeno l’apertura ai 5 Stelle.
Una strategia “confusa” per Lorenzo Guerini e Andrea Romano più esplicito dice che “per Bersani è più forte la tentazione di continuare a colpire il Partito democratico: facendo sponda al suo principale avversario politico, alimentando la mitologia di un M5S moderato”.
Una “caricatura” ribatte Davide Zoggia da Mdp. “La reazione dei vertici Pd è assurda. Fanno inutili caricature mentre noi abbiamo posto un tema politico: avversari della destra, sfidanti verso i 5 Stelle. Continuino a demonizzare i grillini e a perdere voti… I 5 Stelle vanno incalzati sulle politiche”, è la ricetta dempro. Ed ancora: “Ci accusano di fare intelligenza col nemico, ma noi il nostro campo lo abbiamo esplicitato: siamo nel centrosinistra. Il Pd di Renzi chi con farà alleanze?”.