Roma, 11 apr. (AdnKronos) – “Una mossa per farsi dire di no”, dicono in Mdp. “Un bluff”, il commento dei 5 Stelle. “Non ci crede nemmeno lui”, la sintesi da Forza Italia. Non scalda l’apertura di Matteo Renzi, fatta ieri a Porta a Porta, sui capilista bloccati. Non preoccupa chi, come gli azzurri di Silvio Berlusconi, sono dichiaratamente contrari ad abolirli. Non viene presa in considerazione da 5 Stelle e sinistra che invece dello stop alla quota bloccata hanno fatto un bandiera.
“Nessun gioco delle tre carte -ribatte il dem Emanuele Fiano- per noi si può fare. E per gli altri? Che dicono?”. Certo, la questione dei tempi rende il dibattito meno concreto. Di qui al 30 aprile le sedute della commissione Affari Costituzionali, tra Pasqua e ponti vari, si contano sulle punte delle dita. Sulla legge elettorale insomma si inizierà a fare sul serio solo dopo il congresso Pd, quando Renzi dovrebbe essere di nuovo segretario con una vittoria netta alla primarie, almeno stando ai sondaggi.
Quanto al merito, gli stessi renziani ammettono che l’eliminazione dei capilista bloccati difficilmente si potrà concretizzare e comunque la mossa è utile, si ragiona in ambienti parlamentari dem, a sgombrare il campo dalle accuse dei 5 Stelle al Pd sul fatto di volere i nominati in Parlamento. E non solo. L’apertura di Renzi è anche un messaggio. A Forza Italia, innanzitutto. Per dire che gli interlocutori sulla legge elettorale possono essere molteplici, compresi i 5 Stelle.