Roma, 26 ott. (AdnKronos) – Approvata definitivamente dal Senato, la legge elettorale passa ora all’esame del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dovrà firmarla per la promulgazione. Un via libera che tuttavia non sarà immediato, perchè il Capo dello Stato, pur a conoscenza dell’iter che ha accompagnato il provvedimento, intende prendersi qualche giorno di tempo per approfondire il testo licenziato dal Parlamento, secondo quelle che sono le sue prerogative.
Poteri che oggi ha spiegato ad un gruppo di studenti delle scuole secondarie di primo grado incontrati al Quirinale, che gli hanno chiesto, tra le altre questioni, come si comporta quando deve firmare normative che non condivide. “La scelta delle leggi spetta al Parlamento e la scelta dei decreti che guidano l’amministrazione dello Stato spetta al governo. E se non firmassi -ha spiegato il Presidente- andrei contro la Costituzione. C’è un caso in cui posso -anzi devo- non firmare: quando arrivano leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione”.
Una spiegazione generale, non riferita a un testo specifico nè da ritenere una replica a partiti o a singoli esponenti politici, ma che riprende un tema sul quale il Capo dello Stato si è soffermato più volte, visto che periodicamente viene sollecitato a non promulgare alcune leggi, come accade in queste ore per quella elettorale in particolare dal Movimento 5 stelle.