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Farmaci: lo studio, solo metà trial viene pubblicata

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Roma, 11 set. (AdnKronos Salute) – Non registrati, non pubblicati, con grandi discrepanze nella segnalazione dei risultati primari. Sono tutti i difetti degli studi clinici sui farmaci secondo un lavoro pubblicato su Jama e presentato all’Eighth International Congress on Peer Review and Scientific Publication in corso a Chicago (Usa). An-Wen Chan dell’Università di Toronto e il suo team hanno esaminato 113 protocolli di sperimentazione clinica approvati nel 2007 dal comitato etico della ricerca per la regione di Helsinki e Uusimaa, in Finlandia.
Uno degli obiettivi principali della registrazione degli studi è quello di aiutare a identificare e ridurre la segnalazione ‘selettiva’ del loro esito. Tuttavia, non è chiaro se gli esiti registrati riflettano accuratamente quanto prevedeva il trial, e se la registrazione migliori la segnalazione dei risultati primari nelle pubblicazioni. Dal lavoro è emerso che solo il 61% degli studi è stato pubblicato entro un mese dal suo inizio e il 57% pubblicato. Un risultato primario non è stato definito nel 20% delle sperimentazioni. Le discrepanze tra il protocollo di studio e quanto pubblicato sono risultate più comuni nei trial non registrati (55%) rispetto a quelli registrati (6%). La registrazione è infine significativamente associata alla successiva pubblicazione (il 68% degli studi registrati viene pubblicato contro il 39% di quelli non registrati).
Questa analisi presenta però delle limitazioni, avvertono gli autori, come la dimensione ridotta del campione. Ciò non toglie che “gli autori, gli enti regolatori, i comitati di ricerca, i finanziatori e gli sponsor devono redigere politiche che obblighino la registrazione di tutte le prove cliniche. Solo con informazioni accessibili e complete possono essere adeguatamente valutati gli interventi per la cura del paziente”, scrivono gli esperti.