Home Nazionale Dell’Utri: ecco come funziona la concessione della grazia/Scheda

Dell’Utri: ecco come funziona la concessione della grazia/Scheda

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Palermo, 9 dic. (AdnKronos) – Ecco come funziona la concessione della grazia in Italia: L’articolo 87 della Costituzione italiana prevede, tra i poteri del Presidente della Repubblica, che questi possa ‘concedere grazia e commutare le pene’. Si tratta di un istituto clemenziale di antichissima origine che estingue, in tutto o in parte, la pena inflitta con la sentenza irrevocabile o la trasforma in un’altra specie di pena prevista dalla legge (ad esempio la reclusione temporanea al posto dell’ergastolo o la multa al posto della reclusione). La grazia estingue anche le pene accessorie, se il decreto lo dispone espressamente; non estingue invece gli altri effetti penali della condanna. Nello specifico, il procedimento della concessione della grazia è disciplinato dall’articolo 681 del codice di procedura penale.
E’ lo stesso condannato o il suo legale a poter chiedere la concessione. Chi può richiedere la grazia è il condannato oppure alcune altre persone a lui vicine, specificate dalla legge: un suo prossimo congiunto, il suo convivente, il suo tutore o curatore oppure il suo avvocato. Nel caso in cui un condannato sia detenuto, il presidente del consiglio di disciplina del penitenziario – solitamente il direttore o il vicedirettore – può fare richiesta della grazia per meriti particolari. È possibile anche che il presidente della Repubblica conceda la grazia a un condannato senza che nessuno ne faccia richiesta.
La domanda di grazia viene presentata al Ministero della Giustizia ed è diretta al Presidente della Repubblica. Se chi ne fa richiesta è detenuto, può essere presentata al magistrato di sorveglianza. Il primo passo è che si apra un procedimento per valutare il singolo caso. Questo è curato dal procuratore generale presso la corte di appello oppure dal magistrato di sorveglianza (se il condannato è detenuto). Chi cura il procedimento esprime il proprio parere e trasmette tutto al ministro della Giustizia. Il ministro della Giustizia riceve il fascicolo, dà il parere favorevole o contrario al procedimento e poi lo trasmette a sua volta al Presidente della Repubblica.