(AdnKronos) – Ora, con le incognite del nuovo piano industriale che presto sarà presentato ai sindacati, la voglia di volare all’estero si è riaccesa. Nelle scorse settimane la Uiltrasporti ha lanciato l’allarme di una nuova fuga di massa a fronte del rischio di un taglio degli stipendi e dell’incertezza del posto di lavoro. In Alitalia, afferma la Uilt, le retribuzioni sono in linea col mercato e per quanto riguarda i piloti e i comandanti anche al di sotto di quanto si guadagna in altre compagnie comprese le low cost.
“Il problema di Alitalia non sono i salari, motivo per il quale noi non saremo mai d’accordo a tagliarli – spiega il segretario generale Claudio Tarlazzi – Il costo del lavoro è infatti il 16,5% dei costi totali e il 19% dei ricavi. Il problema vero, dunque, sono i ricavi, che tendenzialmente decrescono anziché aumentare”. E, aggiunge, “da un’analisi comparata del bilancio di Alitalia con quello di Lufthansa risulta con evidenza che i lavoratori di Alitalia sono maggiormente produttivi di quelli tedeschi”.