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Alitalia: Confindustria Padova, no alla nazionalizzazione

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Padova, 3 mag. (AdnKronos) – “Nell’annosa e gravissima vicenda di Alitalia, non c’è più spazio per traghettamenti, mediazioni e vie di fuga dalla realtà che pesino ancora sui conti pubblici, dopo la cifra monstre prossima agli 8 miliardi che l’ex compagnia di bandiera è costata finora alla collettività. Una sola deve essere la direzione: soluzioni di mercato, ricerca di competitività. Lo dico da utente, da cittadino-contribuente, da imprenditore di Confindustria. Da utente vorrei poter scegliere Alitalia per la qualità del servizio. Da cittadino sono stanco di veder dilapidate risorse collettive per mantenere inefficienze, coprire errori e rendite di posizione. Da uomo d’impresa mi aspetto un approccio rigoroso, definendo costi e benefici di un’operazione che dovrà verificare sul mercato le condizioni per la sopravvivenza e la crescita in un contesto globale”. Così il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco sulla vicenda che ha portato Alitalia all’amministrazione straordinaria.
“L’agonia di Alitalia rappresenta un’amara realtà a cui ci siamo assuefatti – dichiara Finco – Quella di un Paese arroccato sui privilegi, dove, in assenza di vere assunzioni di responsabilità da parte di tutti – politica, sindacati, azionisti e management – si finisce solo per condividere le perdite e i fallimenti. Il rigetto del piano di risanamento di Alitalia da parte dei dipendenti non deve in alcun modo tradursi in una chiamata in causa, l’ennesima, delle casse dello Stato”.
“Bene dunque la chiara indicazione del Governo, che ha escluso ogni ipotesi di “nazionalizzazione” e a cui chiediamo coerenza. Fuor di retorica sulla compagnia di bandiera, il prestito-ponte pubblico sia finalizzato a preservare la continuità operativa e a trovare una strada di rilancio per quella che resta una leva di sviluppo nel settore dei servizi e della logistica – sottolinea – È finito il tempo dello Stato-imprenditore, che solo divide i debiti e le perdite. La paura di prendere decisioni coraggiose non sia un alibi per riportare indietro le lancette della storia. Che senso ha parlare di salvataggio pubblico per Alitalia, quando si sta valutando un ulteriore passo indietro dello Stato in altri asset strategici? Occorre al contrario, concentrarsi solo su ciò che vale davvero la pena sostenere”.