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Appalti: Architetti, da codice più ombre che luci

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Roma, 20 apr. (AdnKronos) – “Il nuovo Codice degli Appalti disattende in modo clamoroso alcuni fondamentali principi della Legge delega nella quale erano confluite alcune proposte formulate dagli architetti italiani e dalla Rete delle Professioni Tecniche. Disattende, soprattutto, uno dei cardini della riforma, quello della centralità del progetto, pur se previsto l’affidamento dei lavori su progetto esecutivo e non più preliminare, e, conseguentemente, del concorso di architettura, relativamente al quale non ci sono strumenti per renderlo più credibile ed efficace”. Così il Consiglio Nazionale degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in una nota.
“Se, da un lato, viene enunciata la necessità di porre il progetto al centro del processo di realizzazione dell’opera pubblica, dall’altro -sottolinea-, il nuovo Codice abolisce la disciplina speciale del D.Lgs. 163/2006, trattando i servizi di architettura alla stregua di quelli generici come, ad esempio, quelli di ristorazione”.
E’ inaccettabile, poi, per il Consiglio nazionale degli architetti, “che il nuovo Codice preveda che un progettista possa prestare gratuitamente servizi, a sua cura e spese a titolo di sponsorizzazione: si tratta di un incentivo a chiedere prestazioni gratuite che sviliscono la professione e che favoriscono percorsi poco trasparenti”.