Home Nazionale Ultimatum dell’Is alle milizie libiche: via da Sirte. Esplode un altro oleodotto

Ultimatum dell’Is alle milizie libiche: via da Sirte. Esplode un altro oleodotto

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Tripoli, 14 feb. (Aki) – I jihadisti dello Stato Islamico (Is) hanno dato tempo fino a domani alle milizie locali perché lascino Sirte, la città libica che si trova 450 chilometri a ovest di Tripoli conquistata dai miliziani. Lo riporta il Libya Herald. Ieri i jihadisti hanno anche preso il controllo di due emittenti radiofoniche di Sirte, ‘Free Voice’ e ‘Radio Mikdashi’, attraverso le quali hanno trasmesso versetti del Corano e discorsi del califfo dell’Is Abu Bakr al-Baghdadi e del portavoce del gruppo Abu Mohammed al-Adnani.
Il quotidiano locale al-Wasat ha quindi riferito che l’aviazione libica ha condotto vari raid sui miliziani dell’Is, ma a ora non è noto il numero delle vittime.
Un’esplosione nell’oleodotto di al-Sarir provocato da militanti nel sud della Libia ha portato all’interruzione del flusso di greggio alla città orientale di Tobruk, dove ha sede il Parlamento riconosciuto dalla comunità internazionale. Lo rende noto un impiegato dell’oleodotto, Issa al-Manfa, al sito di informazione libica al-Wasat. L’oleodotto trasporta circa 180mila barili al giorno al terminal di esportazione di al-Hariga a Tobruk.
Al momento l’attentato non è stato rivendicato. Ieri miliziani legati allo Stato Islamico (Is) avevano attaccato l’oleodotto di al-Bahi nella Libia centrale.
Intanto diverse centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Bengasi per chiedere che sia creato un Consiglio militare con a capo il generale Khalifa Haftar per affrontare la minaccia dello Stato Islamico in Libia. Secondo quanto riporta Libya Herald, i manifestanti hanno anche chiesto le dimissioni del governo di Abdullah al-Thinni e la rottura dei rapporti diplomatici con la Turchia e il Qatar, entrambi accusati di sostenere la milizia islamica ‘Alba della Libia’. In una manifestazione di crescente rabbia verso l’Occidente, durante la protesta è stato anche chiesto di interrompere i rapporti con Stati Uniti e Gran Bretagna, accusati di voler destabilizzare il Paese. Manifestazioni pro Haftar si sono svolte anche a Beida e a Tobruk.