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Ue: Csc, Germania rende zoppa correzione conti esteri in area euro

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Roma, 17 gen. (AdnKronos) – Durante la crisi i paesi periferici dell’area euro hanno corretto rapidamente i loro deficit nei conti con l’estero, mentre i paesi ‘core’ non hanno fatto nulla per ridurre i loro surplus. Il saldo delle partite correnti italiano è passato dal -3,5% del pil nel 2010 al +1,5% nel 2014 e quello spagnolo si è mosso dal -9,6% nel 2007 al +0,5%. La Germania, invece, l’ha mantenuto sostanzialmente invariato a un livello (7,1%) che è eccessivo sia secondo i più elementari principi economici sia in base alle soglie di allarme europee.
E’ quanto emerge dall’analisi contenuta in un rapporto del Centro Studi di Confindustria, secondo il quale la Germania rende zoppa la correzione dei conti esteri dentro l’area euro. Il cosiddetto six pack, ricorda il Csc, sancisce che un surplus non possa superare il 6%, “numero già alto”.
È vero, sottolinea il Csc, che il surplus della Germania verso il resto dell’area euro si è annullato (dal 2,9% del pil nella prima metà del 2007), ma attraverso minore export verso gli altri paesi euro anziché via maggiore import, che è invece calato. Per aggiustare i conti i paesi in deficit hanno dovuto recuperare competitività di prezzo e ridimensionare gli standard di vita, generando deflazione e riduzione della domanda che non sono state compensate, come sarebbe stato logico e opportuno, da politiche espansive nei paesi in surplus, Germania anzitutto.