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Tumori: effetto Iarc, meno salumi in tavola per il 30% degli italiani

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Milano, 27 nov. (AdnKronos Salute) – Meno bistecche e salumi sulle tavole degli italiani e comunque in quantità inferiori rispetto a quelle di qualche anno fa. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Sprim Academy che oggi a Milano organizza un convegno all’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri proprio per discutere dei trend di consumo e delle reazioni alla notizia diffusa a fine ottobre da parte dello Iarc (International Agency for Research on Cancer). L’Agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità ha acceso i riflettori sui rischi di tumore legati a un consumo eccessivo di carne rossa e lavorata.
L’impatto della notizia c’è stato fin da subito: “Il 30% del nostro campione ha dichiarato di aver ridotto immediatamente il consumo di salumi e l’11% quello di carne rossa”, spiega Simona Mastrantuomo, ricercatore AstraRicerche, che ha condotto un’indagine intervistando 1.120 italiani tra i 15 e i 69 anni. La survey ha considerato anche le abitudini degli italiani nell’ultimo anno. “Per quanto riguarda il trend generale, il 28% del campione sta diminuendo o eliminando la carne rossa e il 24% i salumi”, mentre guardando al futuro “Quasi il 30% degli intervistati ha intenzione di diminuire ulteriormente o interrompere il consumo di salumi, il 16,5% quello di carne fresca”. Mentre il calo di bistecche si inserisce nelle aspettative degli esperti, quello di salumi è più alto delle previsioni. “Riteniamo che la notizia dello Iarc abbia contribuito ad acuire la diminuzione”, osserva Mastrantuomo.
Durante il convegno milanese sono anche stati presentati i dati di un’indagine condotta tra il personale sanitario a diretto contatto con i dubbi alimentari dei cittadini (medici di medicina generale, nutrizionisti e biologi nutrizionisti) dopo la notizia diffusa dall’Iarc. “Per 8 professionisti su 10 non ci sono novità sostanziali. Tuttavia, soltanto 1 su 2 non ha modificato il proprio atteggiamento nel raccomandare la carne”, evidenzia Laura Primavesi, PhD del centro studi Sprim.
Dopo la notizia molti camici bianchi hanno infatti voluto sottolineare ulteriormente l’importanza di una dieta equilibrata per quanto riguarda l’oro rosso. Il 50% inoltre consiglia una frequenza di consumo dimezzata rispetto alle indicazioni ufficiali. “I medici suggeriscono anche una riduzione importante ai pazienti con patologie incompatibili con un consumo regolare di carne e a bambini e anziani”, continua Primavesi. La classe medica ha un ruolo chiave nella comunicazione con i pazienti e per questo vorrebbe essere più informata: “Ben uno su 2 gradirebbe avere approfondimenti da parte delle società scientifiche in merito all’alimentazione”, conclude l’esperta.