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Tumori crescono grazie ad un ‘Lego molecolare’, scoperta italiana

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Milano, 3 nov. (AdnKronos Salute) – I tumori riescono a crescere e a diffondersi creando metastasi grazie a una sorta di ‘Lego molecolare’: un meccanismo che in gergo tecnico si chiama ‘splicing alternativo’, attraverso il quale i mattoni che formano i geni umani possono essere tagliati e montati in modi diversi, permettendo a un singolo gene di produrre differenti proteine. La scoperta, pubblicata su ‘Nature Communications’, è italiana e porta la firma dei ricercatori dell’Istituto di genetica molecolare Igm-Cnr di Pavia, dell’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) di Milano e del Dipartimento di Bioscienze dell’università degli Studi del capoluogo lombardo.
Il lavoro – sostenuto fra gli altri dall’Airc-Associazione italiana per la ricerca sul cancro – spiega in particolare come, proprio con lo splicing alternativo, una proteina detta ‘Nova2’ regola la formazione dei nuovi vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrimento alle cellule tumorali. Bloccare questo processo, chiamato angiogenesi, è una delle strade che vengono battute in oncologia per cercare di far regredire un cancro ‘affamandolo’.
All’interno di questo filone di ricerca Costanza Giampietro, Gianluca Deflorian e Stefania Gallo – rispettivamente dell’università Statale di Milano, dell’Ifom meneghino e dell’Igm-Cnr pavese – coordinati da Claudia Ghigna ed Elisabetta Dejana, hanno dimostrato come la proteina Nova2, che si credeva presente esclusivamente nel cervello, in realtà sia espressa anche nelle cellule dei vasi sanguigni.
“Per la prima volta – riassume Ghigna dell’Igm-Cnr – il nostro gruppo ha dimostrato che lo splicing alternativo funziona anche durante lo sviluppo del sistema vascolare. Grazie a questo processo Nova2 regola l’angiogenesi ed è in grado di manipolare e ampliare le informazioni racchiuse nei geni, decidendo quando, dove e quali tipi di proteine, ma soprattutto con che quantità, devono essere sintetizzate”. Per Giampietro della Statale e dell’Ifom di Milano, “il dato più importante emerso da questa collaborazione è che lo splicing alternativo regola la corretta formazione del lume dei vasi sanguigni durante lo sviluppo”. E “queste osservazioni in vitro – aggiunge Deflorian dell’Ifom – hanno trovato un’importante conferma in uno dei modelli di vertebrato più comunemente usati nei laboratori di ricerca: il pesce zebra”
La nuova scoperta evidenzia che lo splicing alternativo è cruciale per lo sviluppo di un organismo e per la regolazione delle sue funzioni biologiche, come il completamento della sequenza del genoma umano ha dimostrato. Il nostro corredo genetico è infatti costituito da 25.000 geni, un numero analogo a quello di organismi molto meno complessi, ma lo splicing alternativo produce quasi 90.000 tipi diversi di proteine, consentendo ai vari tessuti di differenziarsi. “In particolare – proseguono gli autori – lo studio dimostra la notevole somiglianza anatomica, strutturale e funzionale tra vasi sanguigni e nervi. Entrambi possiedono cellule specializzate che utilizzano meccanismi molecolari molto simili per guidare il loro corretto percorso e il raggiungimento dei tessuti bersaglio all’interno di un organismo”.
Queste ricerche seguono ancora vie sperimentali e necessitano di una comprensione più approfondita dei meccanismi biologici che regolano la formazione di nuovi vasi sanguigni, precisano gli scienziati. Tuttavia il lavoro prova che “lo splicing alternativo è un processo fondamentale per la progressione tumorale, in quanto consente alle cellule cancerose di produrre proteine che le cellule normali non hanno. Approfondendo queste conoscenze – concludono gli studiosi – potremmo avere informazioni importanti per combattere numerose malattie umane, compreso il cancro, con lo sviluppo di nuovi e più specifici approcci terapeutici”.