(AdnKronos) – La conferma che sarà lungo il percorso e “impegnativa e complessa” la lotta per bloccare il diffondersi dei “germi” di quella che Mattarella non ha esitato a definire “una terza guerra mondiale”. Una sfida che obbliga a rispondere “con determinazione”, e “con intransigenza”, ma tenendo bene a mente alcuni principi che il Presidente della Repubblica non si stanca di ripetere ormai quotidianamente e che con ogni probabilità saranno al centro anche dell’intervento di domani.
Proprio l’Europa infatti, come affermò incontrando gli europarlamentari italiani nell’ottobre scorso “può e deve affrontare da protagonista le crisi che si aggravano nel Medio Oriente e in Africa, e può giocare un ruolo importante nel contrasto al terrorismo e al fondamentalismo. Il mondo ha bisogno dell’Europa, e ha bisogno di un’Europa unita. L’Unione può favorire necessarie convergenze internazionali in Siria, in Iraq, in Libia ed evitare che scelte militari unilaterali aiutino le forze del disordine, e quelle del terrore”.
Concetti riassumibili in quella richiesta di “più Europa” ripetuta costantemente dal Capo dello Stato, come richiamo all’esigenza di una forte unità e presenza politica del Vecchio Continente, ma anche come riaffermazione di quei valori che possono e debbono costituire la risposta all'”ondata di violenza fondamentalista, di oscurantismo, di intolleranza”.