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Salute: il medico, anche un bacio può scatenare reazione allergica

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Roma, 2 ott. (AdnKronos Salute) – Anche il bacio può scatenare reazioni allergiche. Se infatti si può essere allergici a molte cose – pollini, cibi, tessuti, profumi, gioielli, giocattoli – a creare i problemi più gravi sono soprattutto i farmaci e gli alimenti. E, in persone molto sensibili, bastano tracce dell’allergene ‘nemico’ per innescare l’effetto negativo. “Nello scambio di saliva di un semplice bacio appassionato possono esserci quantità minime di sostanze a cui una persona particolarmente sensibile può reagire”, spiega all’Adnkronos Salute Domenico Schiavino, direttore del servizio di allergologia del Policlinico Gemelli di Roma, che racconta alcuni casi clinici riportati in letteratura o osservati nella struttura romana.
Per esempio “la letteratura riporta una grave reazione – continua Schiavino – in una ragazza, allergica all’amoxicillina, dopo un rapporto sessuale con il fidanzato che era stato curato con questo farmaco dal dentista. Gli effetti per la giovane si limitarono ad una reazione locale, a livello genitale, ma furono seri”. Problemi simili “possono esserci, oltre che per gli antibiotici, anche nel caso in cui una persona allergica al latte (e fortemente sensibile) bacia il partner che ha ne ha bevuto o che ha mangiato un formaggio nei minuti precedenti”.
Ma i problemi legati alle piccolissime dosi di allergeni possono essere diversi. “Nel nostro centro – continua Schiavino – abbiamo seguito il caso, quasi mortale, di una donna allergica alla penicillina e al cloramfenicolo, che aveva mangiato coniglio comprato al supermercato. Dopo aver indagato abbiamo scoperto che, almeno a quell’epoca, i prodotti erano utilizzati, in piccole quantità, per evitare la putrefazione della carne”. Ma i ‘nemici’ possono nascondersi anche meglio. “Un altro caso, americano, riportato in letteratura riguarda la soia transgenica che è stata quasi fatale per un uomo allergico alla noce brasiliana. In alcune produzioni di soia Ogm, infatti, vengono utilizzati frammenti di Dna di questo tipo di noce, e il prodotto transgenico ne conserva la struttura proteica. Da qui il rischio”, dice Schiavino.
L”inquinamento’, poi, può essere anche involontario. “Ricordo, non senza dolore, la morte di un giovane sacerdote allergico al latte che, in una scampagnata con gli amici, aveva mangiato salame prodotto da un contadino che, nonostante le rassicurazioni del piccolo salumiere di montagna, conteneva latte. Una morte evitabile”.
Meno grave il caso di un bambino, “che ho visitato proprio pochi giorni fa, allergico al pesce. Ha avuto una reazione, sul viso e sulle mani, dopo aver mangiato un panino al salame preparato per una festa, che era stato trasportato insieme ai panini al tonno”, aggiunge Schiavino. Importate quindi fare particolare attenzione a possibili contaminazioni, anche minime. Ma l’esperto sottolinea soprattutto la necessità di migliorare le indicazioni sulle etichette degli alimenti in commercio.
“E’ necessario – conclude – indicare anche le tracce degli ingredienti. Tutti, cioé quelli a rischio (uovo, latte, soia) e non. Oggi è consentito non indicare alcune componenti se contenute in bassissime percentuali. Ma per persone estremamente sensibili agli allergeni sono informazioni vitali”.