Home Nazionale Salute: anziani poco informati su vaccini, rischi infezioni sottovalutati

Salute: anziani poco informati su vaccini, rischi infezioni sottovalutati

0

Roma, 14 apr. (AdnKronos Salute) – Anziani poco informati sui vaccini e poco consapevoli dei rischi legati alle infezioni. Secondo un’indagine del Censis, la popolazione anziana ha una conoscenza piuttosto imprecisa delle vaccinazioni come strumento di prevenzione di molte malattie, di cui proprio l’età avanzata rappresenta un fattore di rischio. Dagli ultimi dati disponibili per la stagione antinfluenzale 2013-2014, risulta infatti che solo il 55,4% della popolazione di over 65 anni si è vaccinata, realizzando un tasso di copertura ben al di sotto degli obiettivi di sanità pubblica indicati da Organizzazione mondiale della sanità e Consiglio europeo, che sono del 75% come soglia minima e del 95% come soglia ottimale. E quest’anno i primi dati indicano addirittura una riduzione del 20-30% delle vaccinazioni antinfluenzali.
Sono i numeri illustrati oggi a Roma al convegno sui temi dell’invecchiamento e della prevenzione promosso da Italia Longeva. Gli anziani, secondo l’indagine, sono poco interessati anche ad altre vaccinazioni, ugualmente importanti, come quella contro la polmonite da pneumococco (lo è soltanto uno su 3). La scelta di vaccinarsi viene piuttosto presa di volta in volta e sulla decisione pesano diversi fattori tra cui la percezione del rischio e il livello di informazione. “Il problema principale è proprio la percezione del rischio”, ha affermato Ketty Vaccaro, responsabile del settore Welfare e Salute del Censis. “Se l’età è quasi un fattore soggettivo e l’informazione è spesso insufficiente, se non confusa e contraddittoria, sono il consiglio del medico curante (per il 45,1% del campione) e la familiarità con questa forma di prevenzione acquisita tramite la vaccinazione contro l’influenza i fattori in grado di incidere sull’interesse e lo sviluppo della vaccinazione tra gli anziani”.
“La vaccinazione rimane lo strumento più efficace per la prevenzione delle malattie infettive – ha dichiarato Walter Ricciardi, professore di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – E’ pertanto importante combattere le resistenze ideologiche e fare corretta informazione ai cittadini, sottolineando che la vaccinazione rappresenta una risorsa, non una minaccia, che contribuisce a guadagnare anni in buona salute. I malintesi comunicativi concorrono a determinare un calo delle vaccinazioni, osservabile ad esempio nel caso della vaccinazione anti-influenzale, mai così bassa come negli ultimi anni (-20-30%)”.
“Nonostante il peso delle malattie infettive sulla popolazione anziana – ha detto Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva – la vaccinazione per questo target non è considerata un intervento sanitario di routine e risulta fortemente sottoutilizzata. Basti pensare che nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2014, a fronte di un’offerta articolata per l’infanzia e l’adolescenza, vi è un’unica vaccinazione, quella anti-influenzale, raccomandata per gli ultra 65enni”.
L’invecchiamento, ha aggiunto Francesco Mennini, professore di Economia sanitaria dell’Università di Roma Tor Vergata, “rappresenta anche una sfida economica che le società si trovano a dover fronteggiare oggi. In aggiunta all’impatto sociale e sanitario, si devono infatti considerare i costi legati alla mancata vaccinazione, sia diretti (farmaci, ospedalizzazioni) che indiretti (assenteismo e perdita di produttività), ma anche quelli intangibili (sofferenza, dolore, riduzione della qualità di vita). Senza considerare che promuovere un invecchiamento attivo e in salute significa anche proteggere la fascia di popolazione che detiene la maggior quota di ricchezza nel nostro Paese”.
Gli over 70 detengono infatti oltre il 34% della ricchezza familiare totale in Italia, rappresentando una risorsa per il sistema Paese, che si fa carico di proprie politiche di welfare a carico di figli e nipoti, oltre che di se stessi. “Con coperture vaccinali più alte o con un abbassamento della soglia d’età da 65 a 60 anni, si potrebbero risparmiare centinaia di milioni di euro all’anno. Raggiungendo ad esempio un tasso di copertura vaccinale per l’influenza del 75%, è stato stimato che in Europa si potrebbero risparmiare 35.000 vite e 438 milioni di euro ogni anno”, ha concluso Mennini.