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Pediatria: Aaito, allergie alimentari prima causa di anafilassi

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Bergamo, 22 ott. (AdnKronos Salute) – Le allergie alimentari si possono presentare a qualsiasi età, ma sono più comuni nei primi 3 anni di vita. Responsabili della maggior parte delle reazioni allergiche sono un numero relativamente piccolo di cibi: latte vaccino, uovo, soia, grano, arachidi, noci e frutta a guscio, pesce e molluschi. L’anafilassi da allergia alimentare colpisce soprattutto i bimbi ed è una reazione a rapida insorgenza, potenzialmente fatale. L’argomento è stato affrontato nella prima giornata del Congresso nazionale di Aaito (Associazione allergologi immunologi territoriali ospedalieri), in programma a Bergamo fino al 24 ottobre.
“E’ necessario che le istituzioni aiutino a fare sistema nella gestione delle anafilassi nei luoghi pubblici. Le società scientifiche, le associazioni pazienti sono pronte con proposte e progetti replicabili su scala nazionale”, è il messaggio degli esperti. “L’allergia alimentare costituisce la prima causa di anafilassi in età pediatrica, e nell’ultimo decennio si è osservato un aumento di circa 7 volte nei bambini tra zero e 15 anni; rappresenta inoltre la seconda causa di anafilassi nell’adulto”, spiega Maria Beatrice Bilò, presidente Aaito.
“Le manifestazioni di anafilassi sono molteplici e non facilmente riconoscibili, per cui esiste una sottostima dei casi. Negli ultimi anni è cresciuta l’incidenza delle allergie alimentari nei bambini in età scolare, aumentando così la probabilità, soprattutto da parte del personale scolastico, di dover gestire studenti a rischio di gravi reazioni. In Italia, manca una normativa precisa – evidenzia Bilò – Per questo motivo Aaito è a disposizione del ministero della Salute e delle istituzioni, per esaminare insieme le migliori esperienze gestionali a livello regionale e locale, in modo da studiarne la possibile estensione ad altre regioni e su tutto il territorio italiano”.
La Liguria è regione d’eccellenza nella gestione delle anafilassi grazie al progetto Gaia (Gruppo allergie e intolleranze alimentari), che “primo in Italia – sottolinea Massimo Alfieri, presidente Federasma e Allergie Onlus federazione pazienti – è riuscito a creare a livello regionale una rete di collaborazione ampia ed efficace”. Altri programmi territoriali sulla gestione delle anafilassi sono il progetto Reap in Sicilia (una rete di protezione intorno al bambino a rischio di anafilassi per reazione allergica o a rischio di reazione asmatica grave) e ‘Una scuola dall’aria sana’: partito nel Comune di Roma, è stato realizzato anche a Prato, Palermo, Cagliari, Torino e Milano, con cicli di incontri informativi per studenti e personale scolastico.
Per quanto riguarda l’Europa, l’Eaaci (European Academy of Allergy and Clinical Immunology) presieduta dall’italiana Antonella Muraro ha promosso una campagna di informazione con l’obiettivo di diffondere gli ‘Standard minimi per il bambino allergico a scuola’, e soprattutto richiedere che gli autoiniettori di adrenalina siano resi disponibili in modo diffuso nelle scuole. Una semplice soluzione che può salvare molte vite.
Gli esperti Aaito concludono elencando i sintomi più comuni che nei bimbi potrebbero indicare una reazione allergica alimentare: prurito al palmo delle mani e dei piedi; rossore e gonfiore generalizzato e orticaria; difficoltà respiratorie; dolori addominali; vomito e diarrea; abbassamento della voce e raucedine; debolezza da calo della pressione. In caso di reazione allergica grave, gli specialisti raccomandano: tempestivo riconoscimento della reazione in atto; domministrazione di adrenalina e misure di soccorso; tempestiva allerta 118.