Home Nazionale Pagamenti: Iecp, con norme Ue consumatori pagheranno di più

Pagamenti: Iecp, con norme Ue consumatori pagheranno di più

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Roma, 10 mar. (AdnKronos) – “Il Regolamento Ue che disciplina i pagamenti elettronici è una norma i cui effetti potrebbero danneggiare i consumatori e lede la libera concorrenza, perché si applica solo ad alcuni tipi di carte e costringe i cittadini a pagare canoni annui più alti o sovrapprezzi per ogni transazione”. Con queste parole Antonio Longo, presidente di Italian E-Payment Coalition (Iepc), commenta la decisione del Parlamento Europeo che, in seduta plenaria, ha votato la norma che applica il tetto unico alle commissioni interbancarie.
Il Regolamento UE fissa il cap delle commissioni sui pagamenti con carta di debito allo 0,2% e allo 0,3% per gli acquisti con carte di credito. La norma europea, però, non verrà applicata a tutti i circuiti ma solo ai cosiddetti circuiti a 4 parti, (Visa e Mastercard), escludendo quelli a 3, (Diners, PayPal e American Express). Due le principali conseguenze della decisione presa oggi a Bruxelles: i possessori di carte soggette alla norma vedranno lievitare le spese dei canoni annui a causa del più che probabile aumento dei costi disposto dalle banche per fronteggiare i mancati ricavi delle commissioni; i titolari di carte Diners, PayPal e American Express rischiano di vedersi applicare, dai commercianti, un sovrapprezzo sui propri acquisti, come previsto dalla legge.
“La decisione del Parlamento Europeo, seppur prevedibile, è davvero incomprensibile – dichiara Longo –. Da tempo sosteniamo che il Regolamento è discriminatorio, creerà confusione tra i consumatori e soprattutto rischierà di allontanarli dai pagamenti elettronici poiché, per loro, sarà meno conveniente usare le carte. L’opposto dei condivisibili obiettivi che si era posta la Commissione per incentivare l’uso della moneta digitale, strumento essenziale per ridurre l’economia sommersa e la pressione fiscale. Come sosteniamo da tempo, sarebbe stato preferibile seguire l’esempio di Paesi come la Corea del Sud o l’Argentina, dove interventi strutturati ed incentivi ai consumatori hanno ridotto notevolmente l’uso del contante”.