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Nomisma, Italia prima in Ue per produzione ortofrutta

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Roma, 1 apr. (Labitalia) – L’Italia si colloca al primo posto per quanto riguarda sia il valore della produzione orticola (20% del totale Ue) sia per quella frutticola (20%); nel primo caso grazie anche al primato comunitario in termini di superfici (18% del totale orticole Ue), mentre per la frutta figuriamo al secondo posto (17%) dietro la Spagna che detiene il 30% della Sau a frutta in Europa. Lo evidenzia il Primo Rapporto Nomisma – Unaproa sulla Competitività del Settore Ortofrutticolo Nazionale presentato a Roma.
Il primato italiano in Europa sui valori economici è legato a specifici prodotti ortofrutticoli, ad esempio il pomodoro, per cui il Belpaese si trova al secondo posto dietro la Spagna – in termini di valore della produzione – e al primo posto per quantità raccolte). Considerando invece le mele è la Francia il primo paese che remunera al meglio la propria produzione con quasi un miliardo di euro, quando Italia e Polonia raccolgono ogni anno 2,2 e 2,8 milioni di tonnellate di mele, contro 1,8 milioni della Francia.
Rispetto alle pesche nettarine l’Italia soffre una concorrenza molto sostenuta, conservando tuttavia il ruolo di leader rispetto alle quantità raccolte (40,7% del raccolto UE), ma scontando diverse debolezze nei confronti della Spagna che negli ultimi anni ha visto una crescita sia delle superfici produttive che della capacità di guadagnare importanti quote sui mercati internazionali.
Il confronto si rende ancora più evidente se si sposta il focus a livello mondiale: nel 2003-2004 la quota di mercato italiana sull’export globale di prodotti ortofrutticoli freschi era il 5,4%, scesa al 3,8% nel 2013-2014, ben 1/3 rispetto alla quota di mercato detenuta dalla Spagna (10,3%).
Alcuni esempi: solo l’export di mele ed agrumi nei periodi 2003-2004 e 2013-2014 ha conservato la stessa quota mondiale: rispettivamente il 10,6% e l’1,8%. L’uva da tavola è passata dal 24,0% al 15,5%, il kiwi dal 33,8% al 27,2%, le pesche nettarine dal 30,6% al 14,9%.
Passando a una valutazione per Paese-prodotto valgono su tutti alcuni esempi: nel 2004-2006 le aziende italiane contavano per il 59,4% del mercato tedesco di pesche e nettarine. Nel 2012-2014 la quota è passata al 41,9% mentre la Spagna è schizzata dal 26,9% al 51,1%. Analoga situazione in Russia (l’Italia è passata dal 13,0% al 5,9%, la Spagna dal 20,2% al 45,5%) e Regno Unito (la penisola ha visto un arretramento dal 40,8% al 11,4% contro una crescita della penisola iberica dal 36,4% al 68,7%).