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Moda: Paolo Zegna, Cina? Strutturati per turbolenze

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Milano, 8 set. (AdnKronos) – Il rallentamento dell’economia cinese ha indubbiamente ripercussioni su quelle realtà particolarmente esposte da un punto di vista delle esportazioni, ma si tratta, a ben vedere, o almeno fino a questo momento, di una delle tante turbolenze di mercato rispetto alle quali si deve di necessità essere strutturati. Ne è convinto Paolo Zegna, presidente del gruppo Ermenegildo Zegna, che dice all’Adnkronos: “Non so sia più grande la turbolenza russa o quella cinese. So che di turbolenze del genere ce ne sono sempre e toccano di più quando riguardano paesi importanti come la Cina e la Russia. Ma in un mondo globale bisogna pensare che una qualche turbolenza prima o poi arriva e dunque imparare a farci i conti e convivere. Essendo difficile da prevedere, implica, da un punto di vista dell’organizzazione, flessibilità e velocità di reazione, comportamenti diversi dal passato. Credo che uno debba essere sempre più forte per affrontarla”.
Ecco che dunque il rischio si fa più concreto se le aree di esportazione di un’azienda si riducono a due sole: “il discorso che a livello di sistema è giusto fare è che essere insieme rappresenta una forza in più, uniti – evidenzia Zegna – si può essere meno vulnerabili”. Nel momento attuale, le aziende esposte verso la Cina, e ancora prima Hong Kong e Macao, “che era diventato il terzo corridore in pista”, assistono a una riduzione delle vendite.
Ma la vera considerazione da fare è che, secondo Zegna, “al di là di quello che si vende in quei Paesi, oggi c’è un consumatore cinese che continua a viaggiare, a comperare (sono appena stato in Giappone – racconta – e una percentuale che non era mai esistita di clienti in Giappone è rappresentata da cinesi e così in Corea). Insomma, diminuiscono i clienti in Cina ma il consumatore cinese andrà a comperare dove deciderà essere meglio farlo”.