Milano, 2 apr. (AdnKronos) – “Se ci fosse un sindaco leghista i campi rom sarebbero chiusi in sei mesi con le buone maniere”. Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, a margine della visita al campo di via della Chiesa rossa nella periferia Sud di Milano, attacca l’amministrazione comunale milanese e ricorda i tempi in cui, nei primi anni duemila, la Lega fece “una battaglia” contro l’autorizzazione del campo.
“I terreni – dice Salvini – erano del comune” adesso a viverci sono famiglie rom “che non pagano le tasse”. Durante il sopralluogo tra le case, il segretario del Carroccio si ferma a discutere, in modo del tutto sereno, con un uomo che vive nel campo: “Ci sono bambini? Vanno a scuola?”, chiede Salvini. L’uomo, che si chiama Aldo, rassicura il leader della Lega e ribatte dicendo che molti abitanti del campo “lavorano e hanno famiglia” e non è vero che tutti sono pregiudicati.
Salvini scherza, apprezza la bellezza delle case e propone di far ‘scambio’, ma poi dice: “Certo, qua il vicinato sarebbe un po’ effervescente”. Guardando i prefabbricati smontabili, quindi “esenti da Imu”, Salvini si chiede come mai “se tutti fanno il mutuo qualcuno si possa costruire la sua casa così”. Il federale della Lega, sporadicamente contestato da alcuni abitanti, quando passa davanti ad una casa che espone le bandiere di Cgil, Cisl e Uil dice: “Poi dicono che i sindacati non difendono i lavoratori, questa è la vera casa del popolo”.