Home Attualità L’indagine, consulenti lavoro leader nell’innovazione digitale

L’indagine, consulenti lavoro leader nell’innovazione digitale

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Milano, 29 mag. (Labitalia) – I consulenti del lavoro si confermano i professionisti con la più alta propensione alla ottimizzazione e alla valorizzazione della loro attività professionale tramite Internet. E’ quanto emerge da una ricerca sull’evoluzione digitale dei professionisti curata dall’Osservatorio Ict & Professionisti della School of Management del Politecnico di Milano, su un campione di riferimento di 1.883 studi di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e multidisciplinari, presentata in occasione dell’assemblea nazionale dei presidenti dei Consigli provinciali dei consulenti del lavoro all’interno di Expo 2015 a Milano.
L’analisi ha evidenziato che gli investimenti in Ict degli studi professionali punteranno soprattutto ai processi legati ai recenti obblighi di legge, come la fatturazione elettronica verso la Pa e la conservazione digitale a norma dei documenti con un budget medio di 7.600 euro a studio nel prossimo biennio, secondo quanto calcolato dall’Osservatorio.
Al di là dell’investimento informatico, la ricerca ha messo in luce che i consulenti del lavoro hanno una maggiore consapevolezza dei gap tecnologici e per questo il 56% dei professionisti intervistati (contro il 46% dei commercialisti, il 41% dei multidisciplinari e il 38% degli avvocati) è interessato ad acquisire, attraverso un percorso formativo, una specializzazione riconosciuta sulle competenze informatiche richieste per alcuni servizi tipici della professione. L’evoluzione informatica dell’attività professionale, ha accertato lo studio dell’Osservatorio, migliora anche la redditività dello studio e non solo la sua gestione.
Quali miglioramenti chiedono le imprese clienti ai loro professionisti? I servizi di ‘law driven’ (firma elettronica e invii telematici), infatti, sono indispensabili. Ma l’imprenditore ha bisogno di un supporto gestionale. Ecco perché, fra le richieste intercettate dalla ricerca in commento, le imprese (nel 41% dei casi) vorrebbero principalmente che il professionista migliorasse la sua capacità di consigliare l’azienda sul suo sviluppo e che (nel 34%) il consulente fornisse consigli in anticipo.
Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del Lavoro, intervenendo nel dibattito, ha sottolineato come nei prossimi anni “la crescita professionale sarà determinata dalla consapevolezza di essere competitivi sul mercato grazie anche alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie”.
“Oggi i consulenti del lavoro -ha spiegato- si trovano ad operare in un contesto molto più complesso rispetto ad alcuni anni fa: la concorrenza è molto elevata, e Internet svolge un ruolo sempre più importante. Appare necessario, dunque, dare visibilità alla propria attività, essere presenti nel web, e tutto ciò risulta strategico per valorizzare il proprio ruolo e rappresentare al meglio la propria professionalità e competenza nel mondo digitale”.