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Libia: Bouhadi, Lia trasferita a Malta per essere credibile

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Milano, 1 ott. (AdnKronos) – La Libyan Investment Authority ha spostato la propria sede a Malta, Paese nel mezzo del Mediterraneo e membro dell’Unione Europea per essere “trasparente e credibile” nella gestione dei propri affari agli occhi della comunità internazionale. Così Hassan Bouhadi, presidente della Lia, risponde, intervistato dall’Adnkronos a Milano, ai timori di chi, in Occidente, paventa che le ingenti risorse detenute dalle istituzioni eredi della Jamahiriya, pur in parte congelate dalle sanzioni, possano in qualche modo finire nelle mani sbagliate.
Una parte del Paese, intorno a Sirte, è controllata da gruppi che hanno proclamato la propria lealtà allo Stato Islamico o Daesh, organizzazione jihadista estremista basata principalmente in Iraq e Siria. Il Daesh libico ha cercato (e ottenuto) visibilità in Occidente sgozzando sulla spiaggia, nel febbraio scorso, 21 egiziani copti rapiti a Sirte e diffondendo on line le foto dell’esecuzione. “Uno dei motivi per cui ci siamo spostati a Malta – risponde Bouhadi, ben consapevole dei timori che attraversano l’opinione pubblica in Occidente – è per essere sotto l’ombrello della Ue e sotto le regole dell’Ue”.
“Vogliamo condurre i nostri affari in modo credibile e trasparente – continua Bouhadi – questo è molto importante per noi. Se fossimo rimasti in Libia, il modo in cui avremmo condotto gli affari non sarebbe stato così trasparente, come invece è sotto l’ombrello della Ue. La prima cosa che voglio dire alla comunità internazionale è che il board e il management della Lia capiscono queste preoccupazioni e le hanno affrontate sin dal primo giorno, spostandosi a Malta per essere sotto l’Ue”.
Naturalmente, aggiunge il presidente della Lia, “abbiamo alcuni asset che sono a Tripoli. Il 90% è all’estero, ma alcuni sono in Libia: stiamo discutendo con la comunità internazionale su come proteggerli nell’interesse del popolo libico. Ed è per questo che formare un governo unitario, nel futuro prossimo, porterà stabilità e aiuterà a proteggere i beni dei libici in Libia. Per questo occorre avere un governo unitario il prima possibile”.
Bouhadi continua a dirsi fiducioso negli sforzi della comunità internazionale per creare un governo unitario in Libia, sforzi che finora sono falliti. “I libici – dice – non hanno molta scelta e, alla fine, abbiamo bisogno di salvaguardare il processo democratico”.
Secondo il presidente del fondo libico, “dobbiamo iniziare a parlarci, perché la Libia può prosperare e svilupparsi solo se c’è un ambiente stabile e sicuro. Dal punto di vista della Lia, possiamo solo contribuire alla ricostruzione della Libia se c’è sicurezza e stabilità”.
“Quindi – prosegue Bouhadi – spero e penso che l’Onu abbia successo, perché la Libia ha realizzato che l’unico modo per andare avanti e parlarsi e lavorare insieme, guardando all’interesse nazionale, piuttosto che a quelli individuali o regionali. Questo è l’unico modo in cui noi possiamo seguire il resto del mondo in termini di sviluppo e di prosperità”.
Il presidente della Lia ritiene infine che l’Italia debba “avere un ruolo guida nella stabilizzazione della Libia. Penso che questo beneficerebbe sia i libici che gli italiani. Abbiamo obiettivi comuni e c’è una relazione di complementarietà tra i due Paesi: la Libia ha risorse naturali, l’Italia ha l’esperienza manageriale e le competenze”.
“Ci sono sinergie tra i due Paesi – conclude – quindi, dobbiamo guardare avanti. Dobbiamo smetterla di guardare al passato: andiamo avanti e muoviamoci. Mi ha fatto molto piacere sentire il discorso di Matteo Renzi all’Onu, in cui ha detto che l’Italia è preparata a svolgere un ruolo guida nella stabilità della Libia”.