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Lega: Giunta Senato, insindacabili parole Calderoli su Kyenge

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Roma, 4 feb. (AdnKronos) – Il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, non è perseguibile per diffamazione aggravata da finalità di discriminazione razziale per le affermazioni rese nei confronti dell’allora ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, che in un comizio a Treviglio il 13 luglio 2013 definì un “orango”. La sua condotta è infatti insindacabile in quanto coperta dal primo comma dell’articolo 68 della Costituzione, in base al quale “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. Lo ha deciso la Giunta delle Immunità del Senato, respingendo a maggioranza la proposta formulata dal relatore, Vito Crimi, del Movimento 5 stelle, secondo il quale invece l’esponente del Carroccio doveva essere processato. La questione dovrà ora essere sottoposta al voto dell’Aula. Relatore del caso sarà Lucio Malan, di Forza Italia.
“La Giunta per le Elezioni al Senato -protesta Crimi- ha salvato Calderoli dall’accusa di istigazione al razzismo e diffamazione nei confronti dell’ex ministro Kyenge. Avevo proposto, come relatore, che si procedesse, non sussistendo alcun nesso funzionale tra le dichiarazioni del senatore Calderoli e l’attività politica. La Giunta invece ha rigettato la mia relazione. Eppure a suo tempo Calderoli era stato condannato unanimemente da tutte le forze politiche: dal Capo dello Stato ai presidenti delle Camere e lo stesso Letta (presidente del Consiglio n.d.r.) ne aveva auspicato le dimissioni da vicepresidente. E ora tutti pronti a salvarlo, compresa una parte del Pd”.
“Quando in un comizio pubblico si fanno dichiarazioni come quelle di Calderoli, non ci sono scusanti che tengano, meno che mai quella di essere un senatore. Attraversiamo un periodo storico in cui l’attacco politico è sempre più forte, ma non è comunque tollerabile -conclude Crimi- che si sconfini nell’odio razziale e nella discriminazione”.