(AdnKronos) – Nonostante le regole di mercato privilegino materie prime più economiche ma di minor qualità come il concentrato di pomodoro cinese l’olio di oliva tunisino, il riso vietnamita e il miele cinese, denuncia la Coldiretti, l’agricoltura italiana ha conquistato il primato in Europa e nel mondo della sicurezza ambientale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).
Non solo. L’Italia osserva regole produttive estremamente rigorose che non vengono dettate negli altri paesi dell’Unione europea: il divieto di produrre pasta con grano tenero, quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi, fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino.
La conclusione della Coldiretti è allarmante: quasi la metà della spesa è di origine sconosciuta, a causa di una normativa comunitaria contraddittoria, che obbliga a indicare la provenienza della carne bovina ma non per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca ma non per quella trasformata, per le uova ma non per formaggi, per il miele ma non per il latte.