Roma, 27 apr. (AdnKronos) – “Davvero fantasiosa e preoccupante la lettera del presidente del Consiglio e segretario del Pd ai coordinatori di circolo del Pd: interpreta la discussione e la dialettica sulle regole del gioco come questione interna al Pd, di disciplina di partito, mentre è, come dovrebbe essere evidente, questione dell’insieme del Parlamento e relativa all’autonomia di ciascun parlamentare”. Lo scrive su Facebook il deputato del Pd Stefano Fassina.
“Tra l’altro, la disciplina di partito -aggiunge- non era così rilevante nell’aprile del 2013, in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, quando il presidente del Consiglio fece attivamente e efficacemente campagna elettorale sui parlamentari del Pd per ostacolare l’elezione di Franco Marini, candidatura approvata dalla maggioranza dei Gruppi parlamentari del Pd. Dimentica che è incompatibile con il Dna del Pd l’approvazione delle regole del gioco con il voto di fiducia i cui due precedenti nella storia italiana sono particolarmente inquietanti (la legge Acerbo durante il fascismo e la legge Truffa nel 1953)”.
“Sarebbe ora -conclude Fassina- che il segretario del Pd, oltre a comunicare in via unilaterale, dall’alto verso il basso, con gli iscritti, attivi un canale di comunicazione bilaterale: la segreteria nazionale promuova sull’Italicum una consultazione rapida, anche on line, con gli iscritti, come già alcuni di noi avevano chiesto prima del voto parlamentare sulla delega Lavoro”.