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Jobs act: M5S, di crescente c’è solo precarietà

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Roma, 20 feb. (AdnKronos) – “Di crescente è rimasta ormai solo la precarietà e il taglio, tanto strombazzato, delle forme contrattuali è una montagna che ha partorito il topolino”. Così i deputati M5S in merito ai decreti legislativi sul Jobs act emanati oggi dal Cdm.
“È scandaloso aver debordato dai limiti di una delega peraltro molto vaga – aggiungono – estendendo la nuova disciplina dei licenziamenti anche a quelli collettivi. Si torna a una concezione ottocentesca della relazione datore-lavoratore che snatura pure il rapporto tra le parti sociali. Inoltre, rimangono in piedi forme precarie come il lavoro a chiamata e si gonfierà il fenomeno degli abusi legati al lavoro accessorio e ai voucher. Senza dimenticare la penalizzazione della parte formativa dell’apprendistato”.
“Saluteremmo con favore l’abolizione delle collaborazioni e il chiarimento dei criteri della subordinazione, ma sul fronte degli ammortizzatori rimane l’ambiguità sui parasubordinati e la ‘discoll'”, spiegano ancora i deputati Cinquestelle. “Sul fronte della Naspi, tutele basate sulla capacità contributiva sono l’opposto della protezione universale sbandierata dal governo, necessaria in un mercato del lavoro più flessibile e garantita soltanto dal nostro progetto di Reddito di cittadinanza. Come al solito, i pareri delle commissioni sono stati ignorati e il Parlamento è stato calpestato. Per Renzi è meglio dar retta a Confindustria piuttosto che alle Camere sovrane. Noi non ci stiamo – concludono i deputati M5S – e continueremo a denunciare la deriva vetero-liberista del governo, deriva sconfitta dalla crisi e dalla storia”.