Washington, 30 gen. (AdnKronos) – Benyamin Netanyahu dovrebbe declinare l’invito a parlare della minaccia iraniana davanti al Congresso americano. L’esortazione viene dalle colonne del Washington Post dove il politologo Robert Kagan elenca cinque buoni motivi per i quali il primo ministro israeliano dovrebbe evitare di parlare al Congresso senza averlo concordato con il presidente americano Barack Obama.
Intanto il New York Times, rivela che Netanyahu ha telefonato ai leader democratici del Congresso per chiedere di ridurre le critiche alla sua visita, ma che gli è stato risposto che farebbe meglio a rimanere in Israele. Il discorso di Netanyahu è infatti considerato un’intromissione nella politica americana, con l’obiettivo di favorire nuove sanzioni contro l’Iran mentre è ancora in corso il negoziato sul programma nucleare di Teheran. Sanzioni alle quali l’amministrazione Obama ha ribadito più volte di essere contrario.
Secondo Kagan il discorso di Netanyahu è prima di tutto “inappropriato” perchè i paesi alleati “non s’immischiano fra loro nella politica altri”. Inoltre il discorso “danneggerà l’immagine d’Israele negli Stati Uniti”, “non è una buona cosa per il dibattito sull’Iran” e “non è una buona cosa per il Congresso”. Infine, Winston Churchill non l’avrebbe mai fatto. Per quanto l’invito del Congresso a Netanyahu “non violi la costituzione alla lettera, certo viola l’idea che la nazione debba parlare con una sola voce in politica estera e che i leader stranieri non possano scegliere se preferiscono trattare con il Congresso o il presidente”, nota il politogo.