(AdnKronos) – Più decisa l’espansione dell’export: la percentuale di crescita si attesta a +4,9% in valore, in presenza di prezzi lievemente cedenti. E se le vendite sui principali mercati europei non vanno oltre la sostanziale stabilità, con la Francia a +1%, la Germania a 0% e la Spagna a -2%, le vendite sui mercati extra-europei brillano. Negli Stati Uniti la crescita è del 15%, mentre in India è addirittura al 20%. Tiene anche la Cina che con un +11% non sembra risentire della frenata dell’economia. “Il cambio favorevole – sottolinea Federchimica – offre un importante sostegno, ma tale performance è soprattutto il frutto degli sforzi di riposizionamento delle imprese italiane conseguenti alla profonda crisi del mercato interno”.
Qualche nota negativa arriva dalla Turchia, in calo del 4%, e dalla Russia, con vendite in calo di 12 punti percentuali. Tuttavia, le previsioni per la restante parte dell’anno e per il 2016 appaiono incoraggianti, sia per il cambio euro/dollaro, che per il rafforzamento della domanda interna. “Uno scenario di quotazioni del petrolio al di sotto dei 60 dollari – aggiunge Federchimica – rappresenta inoltre un sollievo per i margini, dopo anni di forte sofferenza e ridimensiona la competitività delle produzioni extra-europee”.
In questo quadro, “la produzione chimica in Italia potrà lasciarsi alle spalle la lunga e pesante recessione”, anche se “l’intensità della ripresa rimarrà modesta”. Ciò significa che “le conseguenze della crisi continueranno a farsi sentire soprattutto per le pmi chimiche dipendenti dal mercato interno i cui livelli di attività risultano, in molti casi, ancora decisamente inferiori al pre-crisi”.