Milano, 22 giu. (AdnKronos) – Le imprese chimiche stanno uscendo dalla crisi e il settore prevede di chiudere il 2015 segnando un +1,5%, “grazie a specializzazione, innovazione, internazionalizzazione e rafforzamento delle attività più avanzate e di qualità”. Così Cesare Puccioni, presidente di Federchimica, nel corso del suo intervento in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione che è in corso a Milano. “Il settore – dice Puccioni – ha resistito alla crisi meglio di altri soprattutto grazie all’innalzamento del contenuto tecnologico dei prodotti”.
Le imprese chimiche italiane, emerge dall’assemblea, sono leader o co-leader a livello europeo e internazionale nella loro nicchia di mercato: “Molte delle nostre imprese – spiega Puccioni – hanno colto le opportunità del mercato globale aumentando la quota prodotta all’estero dal 34 al 42% dal 2007 ad oggi”. Questa spinta verso l’estero “non ha significato delocalizzazione, anzi, ha rafforzato la presenza in Italia: basti pensare – dice Puccioni – che il 73% delle imprese che producono anche all’estero nel 2014 era già tornato su livelli pre-crisi, anche per le produzioni italiane”.
Le società italiane investono in tecnologia e ricerca, ma il rischio, sottolinea il presidente di Federchimica, è che gli impianti vengano “schiacciati dal peso del costo dell’energia, dei ritardi nelle autorizzazioni, dell’incertezza nell’applicazione delle normative”. Per “difendere” il settore è necessario prendere “decisioni politiche lungimiranti: liberiamo l’industria chimica dai vincoli soffocanti e molte volte inutili del sistema Paese – conclude Puccioni – che ostacolano il settore invece di considerarlo strategico per tutto il manifatturiero in Italia, dimostrando di non pensare all’industria di oggi e men che meno a quella di domani”.