Home Attualità Il laburismo delle opportunità in ‘Aspettando la crescita’

Il laburismo delle opportunità in ‘Aspettando la crescita’

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Roma, 16 mar. (Labitalia) – Sarà presentato giovedì 19, alle 9,30, al Centro Congressi Cavour (via Cavour 50a), a Roma, “Aspettando la crescita. Scritti meccanici per lo sviluppo”, l’ultimo libro di Antonello Di Mario, giornalista e responsabile dell’ufficio stampa nazionale della Uilm. Alla presentazione, oltre all’autore, interverranno Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, e i segretari generali di Uilm, Fiom e Fim, rispettivamente Rocco Palombella, Maurizio Landini e Marco Bentivogli. Modererà i lavori Michele Arnese, direttore ‘Formiche.net’, introdurrà Fabrizio Fiorito, coordinatore regionale Uilm Lazio.
Il libro raccoglie gli scritti di Di Mario pubblicati nell’ultimo biennio su ‘Fabbrica e Società’, il giornale on line dei metalmeccanici della Uil di cui è direttore, e su Formiche.net.
“Il sottotitolo -spiega Antonello Di Mario a Labitalia- è quasi una parafrasi di Pasolini e dei suoi ‘Scritti Corsari’. Può sembrare un paragone un po’ ambizioso, ma il mondo metalmeccanico ha vissuto tempi di profondo disagio e li vive tuttora. La crisi economica, iniziata nel 2008, ha inciso profondamente sull’economia del Paese e soprattutto sul settore industriale e manifatturiero. I lavoratori hanno sofferto molto e questo è un diario di viaggio degli ultimi due anni, in cui molte cose sono cambiate”.
“Sono cambiati tre presidenti del Consiglio, è stato eletto -elenca- un nuovo Presidente della Repubblica, alla guida della Cgil non c’è più Epifani ma Camusso, alla Cisl non c’è più Bonanni, ma Furlan. E anche nel sindacato dove io lavoro, la Uil, dopo 14 anni Luigi Angeletti ha ceduto il passo a Carmelo Barbagallo, che firma la presentazione del libro”.
Insomma, anche il sindacato si trasforma e quello del futuro, spiega Di Mario, “deve essere moderno, riformista, mantenere le radici tra la gente con una forte coesione tra chi lavora e tra chi deve entrare nel mondo del lavoro, deve guardare ai giovani, ma deve anche sapere coniugare un sano riformismo con un laburismo delle opportunità”.
“Questo significa -spiega Di Mario- guardare soprattutto al mondo del lavoro e delle imprese: se non ci sono le imprese -avverte- non c’è lavoro e neanche dritti. In questa progressione è fondamentale che l’economia si riavvii sì con la contrattazione, ma anche soprattutto con gli investimenti pubblici e privati rivolti in particolare all’industria”.
Nel libro c’è una proposta su come individuare le risorse da destinare agli investimenti. “Per esempio -spiega Di Mario- un grande fondo garantito dalla Cassa Depositi e Prestiti, che faccia conto sul patrimonio immobiliare, sulle attività e sulle partecipazioni attive che ha il Paese, quantificabili in almeno 1.800 miliardi di euro. Basterebbero alcune decine di miliardi di euro rivolte a infrastrutture materiali e immateriali per dare vigore alla nostra economia”.
“Sarebbe un fondo garantito dalla Cdp e potrebbero sottoscrivere quote, sia assicurazioni sia fondi di previdenza. E’ già successo negli Stati Uniti dove l’economia negli anni ’80 si è ripresa grazie a investimenti pubblici in settori strategici”, sostiene Di Mario.
E per individuare questi settori, conclude Di Mario, “basterebbe convocare gli Stati generali dell’economia e dello sviluppo. Si sono fatti per la cultura perché non farli per l’economia che ne ha tanto bisogno?”.